Il corpo della Regina

Il corpo della Regina

Simboli e significati del mito 

 

 

Corpo della Regina
Cate Blanchett interpreta la Regina Elisabetta I nel film “Elizabeth: the golden age” del 2007

 

L’indesiderata dipartita

In maniera inaspettata, il giorno 8 settembre 2022, i media britannici hanno divulgato la notizia della morte della regina Elisabetta II. Sono stati momenti molto concitati e pieni di dispiacere, sui volti e nelle parole dei diversi commentatori. Non ci hanno impressionato tanto gli atteggiamenti dei protagonisti dell’informazione, quanto, piuttosto della gente comune che ha dimostrato grande rispetto per la defunta.

Sebbene la sovrana fosse un ultra novantenne, sotto stretta osservazione medica, la sua scomparsa ha creato nel pubblico britannico grande tristezza e ancor più grande rammarico.

Le immagini visibili sui telegiornali, su internet, sui social network, ci hanno mostrato masse di persone sempre più imponenti scendere in strada per salutare e per rendere omaggio alla defunta sovrana. Possiamo affermare che l’ampia maggioranza dei cittadini britannici non volesse giungere a questo punto della storia nazionale.

 

Antichi rituali

Elisabetta II aveva dato disposizioni precise riguardo alle sue esequie, il tutto nel rispetto dell’articolato protocollo cui da secoli si attengono le istituzioni monarchiche britanniche.

Il re e la regina sono al centro della vita sociale del paese in cui vivono, nonostante la monarchia sia costituzionale ed esista un parlamento democraticamente eletto, che si occupa del potere legislativo, nonché un governo che detiene il potere esecutivo.

Non solo per questo motivo le esequie della regina assumono toni così grandiosi, che taluni hanno definito sfarzosi ed esagerati.

Le persone del re e della regina possiedono una notevole carica simbolica, che rimanda alla storia nazionale, all’antichità, alle alleanze, al potere, fino al mito fondativo della nazione e alle sue più conosciute leggende.

 

Retaggio

L’immagine che abbiamo ora, consciamente o no, del re e della regina ha radici in ciò che chiamiamo i tempi antichi, nei quali i sovrani agivano in battaglia e nella corte, tempi in cui detenevano il potere assoluto.

Sostanzialmente, quando pensiamo ai sovrani rimandiamo il pensiero al re e alla regina medievali, sintesi di personaggi che hanno creato miti e leggende.

Il re è simbolicamente il padre della nazione, così come la regina ne è altrettanto simbolicamente la madre. I sovrani sono nati dal mito del potere, i loro predecessori continuano a vivere nelle leggende nazionali.

Il re e la regina rappresentano l’unità nazionale, sono esempio della cellula sociale elementare cui i cittadini possono orientarsi, vale a dire la famiglia.

Dall’era medievale, i monarchi riuniscono nella loro immagine il potere temporale (oggi detto politico) rappresentato dallo scettro; il potere spirituale riferito all’alleanza con i vertici clericali, rappresentato dal globo crucifero, nel caso dei sovrani europei che hanno riconosciuto Gesù Cristo. Da ultimo, i monarchi sono rappresentanti della nobiltà, si definiscono di alte origini, di puro lignaggio, perciò di famiglia aristocratica.

Il re assume un carattere sacro (Le Goff, 2006).

 

Società primitive

Ci sono state trasmesse testimonianze da parte di antropologi e studiosi, riguardo ai caratteri dei sovrani presso le società tradizionali e primitive. Si tratta di caratteristiche sconfinanti nel mito, ma che possiamo ritrovare anche nei re medievali occidentali.

Il sovrano antico possiede il potere di rendere fertile la terra e gli armenti. Egli ha anche il potere di chiamare la pioggia, è definito “accrescitore” in quanto porta la sua comunità alla crescita (Canetti, 1981).

Il sovrano deve essere difeso ad ogni costo, da lui dipende la prosperità dell’intero popolo.

 

Artù

Nel mito di re Artù si osserva la stessa caratteristica di “accrescitore” a lui attribuita, oltre che di pacificatore. Narra la leggenda che prima della sua rivelazione, dopo aver estratto la spada Excalibur dalla roccia, i territori dell’antica Inghilterra erano in guerra continua e martoriati dalla povertà. Il mitico re Artù, sotto la guida di mago Merlino, riuscì a pacificare i vari regni e a ridare fertilità alla terra.

 

Corpo del Re
Nigel Terry interpreta Re Artù nel film “Excalibur” del 1981

 

Il guaritore

Nel testo “I re taumaturghi” del 1924, Marc Bloch afferma la credenza radicata nei secoli dal XIII in poi, secondo cui i re francesi e inglesi fossero in grado di guarire le persone affette da una malattia chiamata “scrofulae” o “morbus regius”. Questa malattia poteva essere sia l’ittero sia la lebbra, attualmente è assimilata all’adenite tubercolare, per l’ingrossamento delle ghiandole del collo, a causa del bacillo di Koch. Ciò che interessa, al di là dell’insieme di patologie citate, è il carattere taumaturgico attribuito ai sovrani di quel periodo, facoltà che avvalora il potere regale ed eleva ancor più l’immagine dei re nelle società dell’epoca.

Il re guaritore si manifesta con i suoi miracoli taumaturgici, il popolo lo dichiara santo quindi unto del Signore.

 

Potere sociale

La persona del re possiede il potere, anche di guarire, non in quanto persona speciale ma piuttosto in quanto investita del ruolo di monarca. La potenza attribuita al sovrano deriva dalla sua consacrazione, i suoi poteri esistono perché devono andare a vantaggio del popolo, della comunità che egli è chiamato a riunire, proteggere, amministrare (Bellei, 1999).

Sulla scorta di questi elementi, sosteniamo che il re e la regina abbiano un importante ruolo sociale nella storia, dall’antichità al presente. Essi sono i garanti dell’ordine (Ibidem).

 

Il corpo regale

Il re e la regina, in quanto rappresentanti del popolo, dell’unità nazionale, garanti delle usanze e delle tradizioni, consacrati, appartengono alle istituzioni nazionali. Il loro corpo deve essere custodito dalla stessa nazione.

Lo stato protegge il corpo dei sovrani, con reparti militari, con la forza pubblica. Se cade il re potrebbe cadere l’intera nazione, è quanto succedeva in passato. La metafora del gioco degli scacchi rende bene l’idea: con lo scacco matto al re, si perde la partita.

 

La morte del sovrano

Giunto alla fine dei suoi giorni, il sovrano perde il proprio carattere taumaturgico, la propria forza si affievolisce (Canetti, 1980). L’immagine del re (come della regina) deve essere rinnovata con nuova energia, con nuova enfasi.

Quando il re o la regina muoiono, il popolo e le istituzioni si trovano davanti al pericolo dell’annientamento. Mediante la successione si crea la catarsi collettiva necessaria a perpetuare il paese, la nazione. Se questa non avviene in tempi brevi e secondo leggi specifiche, può crearsi una guerra per la successione che precipita il paese nel caos.

Le moderne monarchie costituzionali sono al riparo dall’ombra della guerra di successione, poiché è già stabilito ben prima chi prenderà il posto del sovrano anziano.

Dopo la loro morte, si istituisce la memoria regale per consegnare ai posteri la vita e le gesta del re e della regina. I loro corpi sono conservati in appositi mausolei per conservarne il ricordo e per sostenerne il mito (Le Goff, 2006).

 

Funerali solenni

Nei tempi antichi, il funerale del re era un fatto sociale cui assistevano in pochi, sebbene tutta la popolazione partecipasse al cordoglio.

Nell’antica Grecia, i re defunti erano bruciati sulla sacra pira, usanza poi mantenuta nel medioevo. Nei tempi moderni e contemporanei, il funerale regale ha perso il fuoco purificatore e assunto toni più collettivi.

Il protocollo reale ha previsto dieci giorni di lutto nazionale per la morte della sovrana Elisabetta II. Si sono scomodati commentatori e analisti vari, sono stati inviati giornalisti da tutto il mondo per seguire le celebrazioni. La famiglia reale ha elaborato la grave perdita quasi in diretta TV, dando, ancora una volta, la prova che i reali sono personaggi pubblici e che non possono sottrarsi al legame sociale con il loro popolo. Questo per enfatizzare, ancor di più, la natura simbolica e morale del loro potere.

E’ stato sottolineato che Elisabetta II sia stata la prima sovrana ad essere incoronata in mondo visione, nonché la prima ad essere onorata con funerali solenni sempre in mondo visione.

Il feretro della sovrana ha soggiornato in più chiese, è stato vegliato da soldati in uniformi medievali, dai membri della famiglia reale, in particolare dal figlio e re in pectore. Tutte le cerimonie, persino i canti liturgici, sono di derivazione diretta dalla tradizione medievale.

 

Il corpo della Regina vegliato

 

I messaggi di cordoglio sono giunti da quasi tutti paesi della terra, rinnovando rapporti geopolitici strategici.

Sulla bara della regina campeggiavano la bandiera con i leoni d’Inghilterra e i simboli del potere reale (corona, scettro, globo).

Sono stati mobilitati migliaia di militari (forse due o tre reggimenti al completo), poliziotti in borghese e in divisa, reparti speciali, cecchini, uomini dei servizi segreti.

Il corpo della regina doveva essere protetto perfettamente. Un uomo sconosciuto ha tentato di avvicinarsi ai vessilli reali apposti sul feretro, ma è stato prontamente bloccato dagli agenti e da alcuni militari presenti (16 settembre 2022).

Il giorno 19 settembre 2022 si sono svolti i solenni funerali. Quindi il feretro ha compiuto l’ultimo viaggio attraversando Londra a piedi, trainato da decine di militari della marina britannica, accompagnato da ali di altri militari e dalla famiglia reale. Si è trattato di un colpo d’occhio stupefacente, solennità e tensione collettiva erano palpabili anche attraverso lo schermo televisivo.

Infine, c’è stato il trasferimento a Windsor per la definitiva sepoltura.

 

Il corpo della regina

Sua maestà la regina Elisabetta II ha conservato fino all’ultimo la sua aura di fascino e devozione. Al contrario dei re e delle regine del passato, non ha perso il suo carattere mitico. Il popolo ha dimostrato di amarla anche nella sua lunga vecchiaia.

La sua figura è stata omaggiata con memorie, retrospettive, filmati d’epoca e recenti, testimonianze lusinghiere. La sua persona ricorda, anche dopo la scomparsa, la storia nazionale, il lignaggio, l’impegno costante a favore del suo popolo. Ha rappresentato il principale simbolo nazionale.

La regina Elisabetta II è stata insignita del termine “icona pop”, per sottolineare il favore sociale attribuitale dalle persone dentro e fuori i confini inglesi.

Il suo corpo appartiene alle istituzioni britanniche, così come è stato per i suoi predecessori, così sarà per i suoi eredi. Il corpo della regina riposa nei luoghi sacri alla nazione, per ricordare cosa significa l’unità nazionale.

 

Riferimenti

Jacques Le Goff, “Il re nell’Occidente medievale”, Laterza, Roma-Bari, 2006 

Elias Canetti, “Massa e potere”, Adelphi, Milano, 1981 

René Girard, “Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo”, Adelphi, Milano, 1983-2001 

René Girard, “La violenza e il sacro”, Adelphi, Milano, 1980 

Cristiano Maria Bellei, “Violenza e ordine nella genesi del politico”, ed. Goliardiche, Trieste, 1999 

Domenico Corradini Brussard, a cura di, “Miti e archetipi”, volume primo, Edizioni ETS, Pisa, 1996 

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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