Il luogo dell’anima

luogo dell'anima

Un luogo di emozioni 

 

 

luogo dell'anima
Il vecchio parco urbano, dove andavamo da bambini

 

 

Caro luogo

Vagammo tutto il pomeriggio in cerca

d’un luogo a fare di due vite una.

Rumorosa la vita, adulta, ostile,

minacciava la nostra giovanezza.

Ma qui giunti ove ancor cantano i grilli,

quanto silenzio sotto questa luna.

(Umberto Saba, Il canzoniere 1900-1954, Torino, Einaudi, 1965)

 

 

 

Uno spazio per riflettere

È spazio fisico – raggiungibile, visitabile – e finestra temporale.

Il luogo che preferiamo, che amiamo, ci dona momenti di introspezione che dovremmo riconoscere e sfruttare. Si tratta di veri spunti di riflessione, sulla nostra storia personale, sulla nostra identità, sui nostri progetti. Tutti hanno bisogno di riflettere sui propri giorni, per farlo è necessario cogliere le opportunità offerte nel vortice della frenetica vita moderna.

Trovare o ritrovare il proprio luogo dell’anima può aiutare a riprendere un equilibrio armonico con l’ambiente (anche sociale) che ci circonda.

 

 

Il negozio di antiquariato

Raro è trovare una cosa speciale

nelle vetrine di una strada centrale

Per ogni cosa c’è un posto

ma quello della meraviglia

è solo un po’ più nascosto

Il tesoro è alla fine dell’arcobaleno

che trovarlo vicino nel proprio letto

piace molto di meno.

(Niccolò Fabi, La cura del tempo, 2003)

 

 

Dove l’anima vorrebbe stare

L’anima, lo spirito individuale, riconosce dei luoghi come propri e famigliari. Si tratta dei luoghi che hanno toccato il nostro intimo, senza fare apparentemente nulla di particolare. Allo stesso modo di certe persone che frequentiamo più volentieri, alcuni luoghi diventano i preferiti.

Se ribaltiamo la prospettiva, poniamo l’attenzione sul significato che il luogo dell’anima ha per noi. Può essere un semplice spazio aperto (una piazza, una porzione di bosco, un campetto sportivo), oppure un edificio (la casa dei nonni, una biblioteca, una chiesa), altrimenti un’intera località (visitata assiduamente da bambini e da ragazzi).

 

luogo dell'anima
La casa dove sono nati i nonni

 

È il nostro essere più profondo a percepire quel dato luogo come famigliare, come parte della sua storia.

 

 

Terra di betulla

Terra di betulla, casa del castoro

là dove errando va il lupo ancora.

Voglio tornare ancora sul mio bel lago blu

La mia canoa scivola leggera

sulle lucenti vie del grande fiume.

Voglio tornare ancora sul mio bel lago blu.

Il cuore mio nostalgico, là nelle basse terre,

vuol ritornare a voi monti del nord.

Voglio tornare ancora sul mio bel lago blu.

Là sulle rive del grande fiume

voglio piantare ancor la mia capanna.

Voglio tornare ancora sul mio bel lago blu.

La tra gli abeti la luna appare,

il tuo bel viso, mamma, vedo ancora.

Voglio tornare ancora sul mio bel lago blu.

(E. Pauline Johnson, poetessa canadese)

 

luogo dell'anima
In montagna

 

Vivere il luogo

Dell’anima è quel luogo che regala emozioni, perché per noi ha uno specifico significato. Quest’ultimo è legato a determinate esperienze ivi vissute (la finestra temporale).

Esso è stato, od è attualmente, oggetto della nostra frequentazione significativa. Quel posto ci comunica qualcosa, forse non facilmente spiegabile a parole, ma immediatamente percepibile attraverso i sensi.

Il luogo è l’ambientazione di una storia di vita, basterebbe anche solo un episodio per idealizzarne lo spazio. La memoria lo usa come appiglio per riportare alla mente certi fatti, meglio se belli e piacevoli.

La nebbia dei ricordi ammanta le storie con un’atmosfera di fascinazione, romanticismo. Abbiamo l’impressione che lì il tempo si sia fermato, ripetiamo nella mente le scene come fossero di un film che guardiamo privatamente.

 

Contenuto di senso

Il luogo dell’anima è permeato da uno straordinario contenuto di senso, di valore. In modo naturale, si attiva in noi la comprensione di quel valore, che evita ogni fraintendimento (“Verstehen” suggerito da Max Weber).

Il luogo della nostra anima ha per noi un grande significato, talvolta non è immediatamente visibile, spesso è espressione del valore del nostro vissuto.

Grazie alla visita di quel luogo, la mente ci riporta indietro, ci riporta a vivere e tentare di comprendere i fatti che lì si sono svolti.

Stabiliamo una relazione personale con il luogo dell’anima, è probabile che con esso la comunicazione sia inconscia, sicuramente è emotiva e passionale.

 

 

luogo dell'anima
Una finestra temporale

 

 

Serenità

Il luogo dell’anima funziona in noi al pari di casa, del posto in cui poter ricaricare le membra e sentirsi bene. Talvolta ne basta il pensiero, è sufficiente il suo ricordo per produrre sensazioni piacevoli.

È il luogo per eccellenza, ce lo fa incontrare la vita nel suo procedere imperscrutabile e intricato. Diventa simbolicamente nostro, con un possesso leggero e appassionato, anche geloso. Esso contribuisce a creare l’identità personale.

Altrettanto simbolicamente, tendiamo a pensare di appartenere a quel luogo, lasciandoci trasportare da un’istanza emotiva del tutto individuale.

 

 

L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte

Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

Spazi di là da quella, e sovrumani

Silenzi, e profondissima quïete

Io nel pensier mi fingo, ove per poco

Il cor non si spaura. E come il vento

Odo stormir tra queste piante, io quello

Infinito silenzio a questa voce

Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

E le morte stagioni, e la presente

E viva, e il suon di lei. Così tra questa

Immensità s’annega il pensier mio:

E il naufragar m’è dolce in questo mare.

(Giacomo Leopardi, “Canti”, 1835)

 

 

All’opposto c’è l’anonimato

Il luogo dell’anima si oppone al non-luogo, emblema della generalizzazione e dell’indifferenza urbana moderna, spazio anonimo che visitiamo nelle moderne città globalizzate.

Gli spazi urbani ad alta fruibilità sono i luoghi del consumo, della socialità veloce, della superficialità. Al loro interno non c’è possibilità per la riflessione, per la relazione. Nelle moderne città, che raggruppate assomigliano a metropoli, si moltiplicano i luoghi impersonali dove le persone corrono tutto il tempo.

 

 

Ritrovare il proprio luogo dell’anima

Partiamo da un assunto in negativo: non si tratta di dietrologia, nemmeno di voltarsi pervicacemente indietro sul passato. Che il presente sia bello o brutto non è rilevante per la riflessione sul luogo, o sui luoghi, che amiamo.

Identificare e custodire il proprio luogo dell’anima significa conservare emozioni positive che possono fare ancora del bene all’anima. Crediamo sia lo stesso meccanismo che funziona con la tenuta di un diario/agenda. Nutriamo i bei ricordi per le belle emozioni che ci regalano e per gli eventuali insegnamenti che potrebbero fornirci, non per sostituirli al presente.

 

 

 

 

Riferimenti bibliografici

M. Augè, “Non luoghi”, Elèutera, Milano, 1996, pag. 43-57, 73-77

I. Matteucci, “Agire comunicativo e contenuto di senso”, Quattroventi, Urbino, 1994, pag. 29-31

F. Nanetti, “La comunicazione trascurata”, Armando Editore, Roma, 1996, pag. 55-65

L. Fr. H. Svendsen, “Filosofia della noia”, Guanda, Parma, 2004, pag. 27-31

G. D. Bonino, a cura di, “I capolavori della poesia italiana”, CDE, Milano, 1997

 

 

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    Pubblicato da Il Sociale Pensa

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