Il luogo urbano globalizzato

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Luogo urbano e spazio sociale, globalizzazione

 

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Un classico luogo urbano: la stazione ferroviaria

 

Quale senso ha il luogo all’interno della città contemporanea

 

 

Luogo e spazio urbano

La vita in città assorbe il maggior numero di visitatori, residenti, lavoratori, consumatori, il luogo urbano rimane il principale polo attrattivo per le persone.

Lo spazio urbano muta la propria morfologia per l’ovvio impatto antropico di chi lo governa. Non cambiano solo gli edifici, le strutture architettoniche dei quartieri, cambiano i modi in cui le persone vivono dentro la città.

Solitamente, quando si cita lo spazio urbano si intende quello pubblico, ad appannaggio di tutti, come ad esempio un parco (G. P. Torricelli, 2009) o una piazza. Lo spazio pubblico urbano possiede il carattere relazionale, consente l’incontro e lo scambio comunicativo interpersonale.

Il termine <<spazio>> è in sé più astratto di quello di <<luogo>>, il cui impiego si riferisce quantomeno a un avvenimento, a un mito o a una storia” (M. Augé, 1996).

Il nostro interesse si sviluppa in relazione alla dimensione aggregativa delle persone nel moderno luogo urbano. Ci siamo posti la domanda se esista ancora possibilità di aggregazione sociale, nell’era della globalizzazione, dentro i confini del luogo urbano.

 

Osservare il luogo urbano

Parlando con conoscenti e avventori, abbiamo avuto la sensazione che non sia ritenuta importante la differenza tra l’oggi e il ieri, tra il “modus vivendi” odierno e quello di dieci, venti anni fa.

Ma la vita in città è cambiata in relazione al tempo passato: in alcuni ambienti urbani, questioni importanti come il degrado sociale, la convivenza civile, la solitudine di un aumentato numero di persone, rappresentano problemi attuali non trascurabili. Per questi e altri motivi correlati, riteniamo che l’osservazione del luogo urbano contemporaneo consegni notizie sull’evoluzione del sociale in città, seguendo una prospettiva “prima/adesso”.

 

Per ridurre la complessità

Abbiamo individuato tre elementi sostanziali, che compongono l’insieme rappresentativo della realtà antropologica urbana attuale:

  1. il luogo urbano
  2. la globalizzazione.
  3. il non luogo

 

Il luogo urbano

Camminare in città con attenzione ci permette di cogliere i tratti degli spazi che caratterizzano il luogo urbano. Strade e vicoli, piazze, edifici, monumenti, contribuiscono a creare i confini interni della città.

Quartiere e vicinato persistono quali elementi fondamentali della struttura urbana, secondo una prospettiva gestionale per l’amministrazione comunale, per noi in base alla prospettiva sociale e aggregativa.

 

I confini del luogo urbano

Dentro la città, nei suoi luoghi, tutto si amalgama mettendo vicine le varie contraddizioni del vivere sociale: ricchi e poveri, classi e ceti diversi, culture usi e costumi antitetici, il ghetto e la zona residenziale, i lavoratori e i delinquenti, gli immigrati e gli emarginati. Nei confini urbani, l’idea di globalizzazione si è già impressa alle persone (M. Augé).

Riteniamo di poter affermare che i confini del luogo urbano siano disegnati e meglio definiti dalla presenza antropica, non solo geometrie architettoniche quindi, bensì osserviamo uno spazio sociale. “L’identità e la relazione sono al centro di tutti i dispositivi spaziali classicamente studiati dall’antropologia” (M. Augé, 1996).

Vivere uno spazio urbano, come ad esempio una piazza, crea una relazione con gli altri e un senso di appartenenza al luogo, traccia dei confini.

 

Fragilità

Oggi, in realtà, il processo di globalizzazione ha veramente sconvolto i nuovi sistemi metropolitani inserendoli in un circuito globale più ampio che accelera enormemente le dinamiche di vita nel loro insieme” (P. Guidicini, 1998).

Il modello urbano metropolitano, che si definisce nuovo, possiede dentro di sé la più grande debolezza endemica, in quanto esso è legato inscindibilmente alle condizioni di livello globale. Pertanto, esso è condannato “a entrare in situazioni di crisi appena si dovessero verificare momenti di stagnazione anche in realtà molto lontane e teoricamente estranee a quello che è il contesto metropolitano specifico” (Ibidem).

 

Il non luogo urbano

Qualsiasi città è un centro del consumo, il cui fulcro in passato erano la piazza e/o il mercato. L’evoluzione creata dalla modernità ha spostato il luogo del commercio e del consumo in spazi dedicati in maniera specifica, accogliendo l’idea statunitense del centro commerciale. Si tratta di un luogo anonimo, impersonale, di grandi dimensioni, dove le persone entrano ed escono con l’unico scopo della fruizione di merci e servizi.

Con la modernità sono nati i “non-luoghi”, aree urbane prive di correlazione uomo-territorio, senza socievolezza, né identità, né storia (Augé, 1996; S. Pomodoro, 2012). Si tratta di aree aperte al pubblico ma non di proprietà del pubblico, sono spazi anonimi.

Nel tessuto urbano contemporaneo esistono numerosi non luoghi, di varie dimensioni: grandi magazzini, “outlets village”, parchi di divertimento, multisale cinematografiche, stazioni ferroviarie, aeroporti, stadi. In ogni non luogo, le persone non vanno per socializzare, piuttosto per fare acquisti e consumare. Anche un viaggio può essere assimilato a un consumo.

 

Similitudini

I vari non luoghi urbani tendono ad assomigliarsi, a causa di similitudini artificiali. L’architettura dei negozi, l’illuminazione, la disposizione della merce, i cartelli e le insegne rispettano comuni canoni di marketing, che hanno l’obiettivo non troppo nascosto di attrarre i visitatori.

Ovunque si possono trovare prodotti e merci globalizzati (Coca Cola, MC Donalds, Nike, Adidas, Benetton). È possibile visitare locali connessi ad internet.

“…ovunque siamo, ci basta entrare in un supermercato per ritrovare tutti i prodotti a cui siamo abituati e sentirci di nuovo a casa. In un certo senso, dunque, questo mondo-città lo abitiamo tutti” (M. Augé, 2007).

Se abbiamo necessità di cambiare un indumento ricevuto in dono, possiamo rivolgerci a un qualsiasi negozio della stessa marca, sull’intero territorio nazionale, previa verifica on line della disponibilità.

Perfino nei piccoli centri urbani di provincia, è possibile ordinare pietanze pronte con consegna a domicilio, semplicemente collegandosi ad Internet.

 

Il luogo urbano globalizzato
Un lavoratore precario consegna a domicilio cibo ordinato su Internet

 

Anche qui, si moltiplicano gli insediamenti di catene di “fast food” internazionali, che lavorano con procedure standardizzate e automatizzate.

 

Il luogo urbano globalizzato
Fast food anche nei luoghi urbani più piccoli

 

Il superluogo

L’ultima e più ambita frontiera nella città è data dal superluogo, che di fatto è un ambiente perfettamente integrato nella globalizzazione contemporanea.

In concreto, il superluogo è un non luogo che ha acquisito un senso sociale, una illusione di socializzazione. La grandezza, o meglio l’eccessiva grandezza, fungono da catalizzatore per la raccolta di grandi masse, che solitamente sono potenziali consumatori.

Un parco di divertimenti come il Walt Disney World Resort, in Orlando (Florida USA), è un bell’esempio di superluogo.

 

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SuperLuogo urbano globalizzato: Walt Disney World Resort

 

Il superluogo urbano non ha delle prioritarie caratteristiche topografiche nella sua descrizione, bensì vanta una connotazione simbolica.

La caratteristica più distintiva del superluogo è dunque la sua capacità di dominare il territorio a cui appartiene, generando fenomeni di forte urbanizzazione, catalizzando masse e flussi. Una capacità che deriva dalla sua potenza simbolica, dal suo peso economico, dal suo ruolo nella società moderna. Ma anche dalla sua velocità d’azione e adattamento” (AAVV, 2007).

Caratterizzati dall’assenza di relazione visiva con il paesaggio circostante, i superluoghi si riconoscono per la dimensione eccessiva, per la varietà di generi architettonici che li conformano, per la pluralità di funzioni che vi si svolgono, per la moltitudine di persone che li frequentano” (M. Agnoletto, 2007).

La comunicazione dei mass media esalta il superluogo, ne diffonde la pubblicità commerciale sulla base di continue campagne di marketing.

 

I visitatori

Le persone non vivono nel superluogo, semplicemente vi passano del tempo, per motivi personali economici di svago e culturali. Qualsiasi offerta di consumo è per l’uomo indistinto, generico, spersonalizzato, i prodotti devono essere adatti potenzialmente a tutto il grande pubblico.

Dentro il superluogo, si diventa visitatori, si vive un’esperienza sensoriale fatta di luci, insegne, immagini e video promozionali, intrattenimento, ma non c’è partecipazione sociale, non si creano relazioni significative.

 

Limiti invisibili

Il confine del superluogo è labile, indistinto, come ciò che accade a un’area adibita ad aeroporto, che è stata ben inserita ed integrata nel tessuto urbano della città più grande sulla mappa. Non è corretto parlare di prossimità in toto, poiché la moderna comunicazione globalizzata può fare apparire tutto relativamente vicino.

Si parla di mobilità nell’economia del luogo urbano, che sia efficiente da portare i “city users” (Martinotti) dai nodi stradali/ferroviari/aerei fino alla loro destinazione: un non luogo o un superluogo.

 

Evoluzione del sociale

Il luogo urbano viene identificato con il non luogo prima, con il superluogo poi. In questo snodo spazio-temporale è collocato il cambiamento rispetto al passato, quando le persone si incontravano nella piazza del mercato. L’evoluzione del sociale contemporaneo si materializza nello scambio, nella perdita dell’aggregazione.

Nella piazza si andava per trovare beni di ordinaria necessità e per socializzare; attualmente si diserta la piazza per affollare i centri commerciali, i parchi di divertimento, gli snodi della mobilità urbana come stazioni e aeroporti.

La realtà nel non luogo urbano (come nel superluogo) è composta dalla distanza sociale aumentata, dall’indifferenza, dal voyerismo, dall’imitazione e dalla moda, dalla spoliazione temporanea della propria identità per assumere quella fittizia dell’ambiente commerciale che si visita.

Il luogo urbano globalizzato è orientato al consumo, alla mobilità, alla comunicazione, meno alla socialità.

 

 

Nota bibliografica

Coloro che desiderano avere i riferimenti bibliografici dettagliati, su cui sono basate le riflessioni contenute in questo contributo, sono pregati di mandare una richiesta scritta utilizzando il modulo dei contatti.

Grazie.

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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