Il pellegrinaggio assistenziale

Pellegrinaggio assistenziale

Studio sulle relazioni tra immigrati e organizzazioni di assistenza a livello locale

Il pellegrinaggio assistenziale

 

Pellegrinaggio assistenziale
Pellegrinaggio assistenziale

 

 

Base della ricerca

Presentiamo una ricerca che ha avuto come oggetto l’analisi delle modalità di fruizione dei servizi locali a favore degli immigrati. Si tratta dell’ossatura di uno studio più ampio confluito in una tesi di laurea in Sociologia discussa nel marzo del 2000, presso la Facoltà di Sociologia dell’Università di Urbino.

 

Perché presentare un lavoro datato?

La realtà migratoria, già a inizio degli anni duemila, poneva quesiti importanti riguardo alla possibilità/capacità di accoglienza e accesso ai servizi primari. Soddisfare i bisogni primari come cibo, riparo, salute, pulizia, riposo è un obiettivo di breve periodo molto importante, cui guardare nell’immediato.

Per soddisfare quei bisogni gli aspiranti utenti sono disposti a tutto, o quasi. Considerare le modalità con cui sono stati risolti quei problemi, seppure in tempi relativamente distanti, ci consegna una capacità di lettura e un’interpretazione sistematica della realtà che viviamo attualmente, nonché sulla sua evoluzione.

La ricerca è stata svolta in modo critico, evitando accuratamente eventuali considerazioni personali di carattere stereotipato e pregiudiziale.

 

Quadro dei risultati di ricerca

I risultati di quel lavoro di ricerca hanno sottolineato la forte componente assistenzialista di una precisa fascia di utenti immigrati, che sono poi la relativa maggioranza sul totale. Nello specifico significa che, nonostante quelle persone abbiano un lavoro, un’auto, delle risorse fornite dalla comunità di appartenenza e dal Comune, esse si recano abitualmente e insistentemente presso i centri di assistenza a chiedere beni e servizi, risparmiando così denaro liquido.

La pratica assistenzialista mette in difficoltà le strutture locali, perché materialmente riduce la capacità di risposta al grande numero di richieste degli utenti.

Concretamente, pochi o molti utenti provano ad accaparrarsi più beni e risorse possibili, sottraendoli di fatto all’intera platea degli altri richiedenti.

 

Il pellegrinaggio assistenziale

Questa pratica è stata chiamata pellegrinaggio assistenziale, perché gli utenti assistenzialisti peregrinano, si muovono, presso tutti i vari enti a chiedere buoni mensa, vestiti, prodotti per l’igiene, eccetera.

Disponendo di informazioni precise, colte direttamente sul campo della vita sociale, è possibile costruire modelli di intervento puntuali ed efficaci per affrontare la gestione dell’accoglienza, per colpire ed eliminare le inefficienze e le ingiustizie.

Siamo attualmente nella fase che abbiamo chiamato immigrazione 3.0, che si presenta con tratti difficili da governare nei numeri e nella qualità degli afflussi migratori. L’enorme mole della corrente migratoria reclama forte priorità nell’elenco dei temi da affrontare.

Se si considera, poi, che le risorse disponibili per l’accoglienza sono poche e che la politica migratoria nazionale ed europea è emergenziale, oggettivamente insufficiente, inefficace, si capisce bene che non è possibile tergiversare su un tema impellente come questo.

 

Necessità del “follow up”

Il lavoro di ricerca andrebbe, ovviamente, aggiornato con ulteriori rilevamenti di dati, nuove osservazioni. Sarebbe necessaria una ricerca di “follow up”. Purtroppo, al momento, ciò non è possibile per mancanza di fondi e risorse.

A coloro che volessero disporre dell’intera ricerca, oppure che desiderassero leggere l’articolo estratto, chiediamo di inviarci una mail dalla pagina dei contatti.

 

 


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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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