Immigrazionismo

Immigrazionismo

Convincere l’opinione pubblica che l’immigrazione senza limiti rafforza l’Occidente: è l’immigrazionismo.

 

 

Immigrazionismo
Immigrazionismo

 

 

 

Pratica ideologica

L’immigrazionismo esprime l’ideologia che mira a favorire l’immigrazione di massa, giustificandola con motivi economici e di controllo sociale.

Il termine è stato coniato dal filosofo e politologo francese P. A. Taguieff in un suo saggio del 2006.

L’immigrazionismo si basa sul superamento della sovranità nazionale, fondata sul diritto degli Stati Nazione. La politica delle “porte aperte” vuole abbattere qualsiasi ostacolo all’ingresso costante di risorse immigrate.

E’ potenzialmente anarchico, in quanto si oppone con forza allo stato di diritto e alle sue leggi di cittadinanza, di controllo dei confini. E’ chiaro che la mancanza di una legge seria ed efficace per gestire i flussi migratori favorisce la linea di pensiero immigrazionista.

Il sostenitore dell’immigrazionismo non ama gli usi e i costumi locali, le caratteristiche della cultura nazionale per lui sono solo stralci di un passato (negativo) da dissolvere. Privilegia l’immigrazione piuttosto che il progresso della popolazione nazionale.

 

L’immigrazionismo è economico, demografico, etico e infine sociale.

E’ economico per le supposte motivazioni di miglioramento dell’economia nazionale grazie all’immigrazione continua; è demografico perché aumenterebbe la popolazione nazionale contro i decessi degli anziani e la bassa natalità nazionale; è etico perché presentato come moralmente ineccepibile; è sociale perché l’immigrazione migliorerebbe il welfare e rimescolerebbe le etnie di fatto annullandole nella loro individuazione.

L’ideologia dell’immigrazionismo si inserisce nel solco della cultura progressista europea e poi italiana, seppure esistano casi di personaggi di posizionamento conservatore che ne sono stati solidi sostenitori. Il senso della sua invenzione ha un doppio significato, così come sono due le categorie sociali che ne fanno uso.

La prima categoria ad appropriarsi del contenuto immigrazionista è la grande industria europea, capitalista e finanziaria, la cui dirigenza necessità di grandi masse lavoratrici a basso costo. Operai, magazzinieri, facchini, spedizionieri, operatori commerciali (telefonici e porta a porta) sono le figure più richieste. Questo succede anche in Italia.

L’ingresso di sempre nuove risorse umane immigrate aumenta l’offerta di manodopera e tende a far abbassare i salari. Con maggiore offerta di manodopera, anche gli autoctoni sono costretti a rivedere le loro richieste salariali. Gli industriali e le loro lobby mirano ad abbassare i redditi e a controllare facilmente il mercato del lavoro, quindi anche a controllare una parte consistente dell’economia nazionale ed europea.

 

Immigrazionismo ideologico e politico

La seconda categoria favorevole all’immigrazionismo è ovviamente la politica collocata a sinistra, seppure per motivi diversi dai rivali capitalisti. La sinistra da sempre cerca di allargare la base elettorale per raggiungere e consolidare il potere politico, quindi la poltrona.

Gli immigrati si rivolgono ad organizzazioni di sinistra (e cattoliche) per risolvere i problemi pratici quotidiani (il “Pellegrinaggio assistenziale“).

Con il voto (amministrativo/politico) ripagherebbero gli sforzi a loro favore. Inoltre, la sinistra utilizza a fini propagandistici la sua attività a favore degli oppressi che scappano dalla fame, dalle persecuzioni, dalle guerre. Fare leva sull’empatia, sul buon cuore del grande pubblico è, d’altronde, una mossa di marketing politico.

 

Sinonimi dell’immigrazionismo

L’immigrazionismo solitamente viene citato con altri termini dalla grande informazione giornalistica, ovvero: accoglienza, tolleranza, apertura delle porte. Chiunque si opponga è accusato di essere razzista e ignorante. L’immigrazionismo ha come obiettivo la destabilizzazione sociale e la sua seguente rimodulazione su diversi canoni, che prevedono l’annullamento dell’identità culturale finora dominante.

Coerentemente a quella linea di pensiero, l’immigrazionismo demonizza e deride coloro che desiderano difendere la secolare identità storica (cristiana) nazionale ed europea. All’opposto, i sostenitori dell’immigrazionismo tollerano e favoriscono la cultura islamica, portata dalle risorse umane immigrate. Si tratta di due pesi e di due misure. Infatti, la cultura islamica è identificata con la povertà e l’oppressione che l’Occidente avrebbe creato in Maghreb e nel Medio Oriente, pertanto sarebbe meritevole di un trattamento di favore.

Questa attitudine è anche definita “Terzo mondista”, “Islamista” e “sociologismo neo-marxista” (Taguieff 2006).

 

Immigrazionismo islamico significa “Islamismo”

L’immigrazionismo è legato a doppio filo all’immigrazione di tipo islamico, la quale concretamente ha l’obiettivo dell’occupazione territoriale e la colonizzazione, in vista della presa del potere politico. Gli immigrati musulmani sono naturalmente convinti della superiorità dell’Islam rispetto all’Occidente cristiano e giudaico, che è secolarizzato e corrotto.

Dal canto suo, l’Europa si dimostra sostanzialmente debole nel suo relativismo laico, troppo debole per contrastare l’ideologia immigrazionista.

I popoli europei hanno dimenticato la loro origine culturale, che muove dalla civiltà ellenica classica al diritto romano, fino all’illuminismo, al Rinascimento, al Risorgimento. I popoli europei hanno accettato le teorie relativiste, dimenticando le radici cristiane che tanta parte hanno avuto nella sua evoluzione secolare. L’Europa ha vissuto e superato con successo l’oscurantismo medioevale, lo stesso oscurantismo che pervade attualmente la cultura islamica. I diritti civili, le libertà personali sono conquiste occidentali non islamiche.

I sostenitori dell’immigrazione indiscriminata hanno gioco facile nel convincere più persone del (presunto) vantaggio derivante dall’accoglienza di milioni supposti disperati.

 

 

Per approfondire

 

Chi è Pierre André Taguieff

C. Caldwell, “L’ultima rivoluzione dell’Europa – L’immigrazione, l’Islam e l’Occidente”, Garzanti, Milano, 2009

Saggio di Massimo Introvigne sul testo di Caldwell

S. P. Huntington, “Lo scontro di civiltà“, Garzanti, Milano, 2001

G. Dottori, “Non sarà l’immigrazione a rilanciare l’Italia”, LIMES 7/2016, ed. L’Espresso, Roma, pag. 111-119

Articolo di G. Dottori su LIMES 7/2016

A. Carosa e G. Vignelli, “L’invasione silenziosa – L’immigrazionismo: risorsa o complotto?“, Il Minotauro, Roma, 2002

F. Borgonovo, “L’invasione“, Aliberti, Roma, 2009

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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2 Risposte a “Immigrazionismo”

  1. Lucida analisi, ma secondo me inesatta in un fondamento: l’immigrazionismo è il frutto dei movimenti neoliberisti e globalisti che hanno radici non nella politica, tantomeno quella nazionale, ma nella finanza e nel grande capitale mondiale che non ha più confini di stato, ed è solo un aspetto tassello del puzle nelle politiche degli ultimi decenni, le stesse che hanno portato al grido di riforma e privatizzazione ad una riduzione dei diritti del cittadino, alla precarizzazione del lavoro, al progressivo abbattimento del pubblico servizio. Con gran gioia di tutti noi. Allo scempio hanno partecipato con bovina docilità, tutte le forze politiche fatta eccezione per l’estrema destra e l’estrema sinistra, spesso paradossalmente d’accordo su molti degli aspetti principali.
    Un’altra cosa da notare con interesse è come i media si dedichino con insistenza, oltre a convincere le persone che il migrante non è un clandestino quando se non ha diritto a forme di asilo e pone piede sul suolo italiano in deroga alle norme vigenti è a tutti gli effetti di legge un clandestino che non deve sostare sul suolo italiano, a denigrare la società e le istituzioni Italiane. Lo scopo viene proposto insistendo nei notiziari e nei programmi di informazione su sprechi, disservizi o problemi di corruzione che sicuramente esistono, ma non sono il vero problema. Tutto questo al fine di convincere le persone ad accettare politiche interne che vengono dall’esterno. Qualcuno ricorda le vicende della caduta del governo Berlusconi con l’ingresso del salvatore Monti? Alzi la mano che sceglierebbe un Monti bis ad un Berlusconi bis (che pure certo non è il mio politico preferito…). Dove è lo spread? Il debito pubblico non è più un problema? Ci salvarono le riforme di Monti o il “whatever it takes” di Draghi? Se ne deduce che in realtà l’Italia non è peggio degli altri. Di nessun altro in Europa. E questo bisogna metterselo bene in testa perchè ci sono stati secoli di guerre per arrivare a fondare la repubblica Italiana, tutti abbiamo in famiglia avi che hanno partecipato alle guerre del secolo scorso, da un lato o dall’altro della barricata, ma sempre con la convinzione di fare il bene d’Italia. Se queste persone, sangue del nostro sangue, hanno rischiato la vita (anche) per un ideale, vogliamo noi svilire il loro sacrificio senza dimenticandocene la ragione? Oggi la guerra non è più all’esterno, non ci sono più fucili che sparano, oggi la guerra è nelle nostre menti, e mette di fronte la ricerca della verità con le verità rivelate, così comode ma così distorte, ma che cambiano i confini delle nazioni e cancellano i popoli e le culture.

    1. Grazie illustre Enrico per la tua riflessione.

      Sono in linea di massima d’accordo, soprattutto sull’argomento “neoliberista” e “globalista”.

      Devo, tuttavia, insistere sulla riflessione relativa alla giustificazione massiva dell’immigrazione di massa, da parte della politica e della società civile, che vede nel migrante (clandestino) la risposta alla propria frustrazione e al proprio decadimento valoriale.

      La comunicazione sociale insiste, a sua volta, colpevolizzando il cittadino italiano (ed occidentale) per il suo status “privilegiato”, come se fosse colpa di tutte le persone normali se l’Africa e il Medioriente versano in condizioni critiche.

      I cittadini sono chiamati a consentire l’accoglienza di masse indistinte e indefinite di migranti, senza condizioni, ma anche senza effettive politiche di integrazione e sistemazione di costoro.

      Sostanzialmente, la politica nasconde i veri motivi per cui tollera l’immigrazione di massa: crollo del valore dei salari, precarizzazione cronica del mondo professionale, esacerbazione della convivenza (in)civile nei quartieri popolari, dirottamento dell’attenzione pubblica dalla realtà dei fatti come ad esempio l’incapacità conclamata delle dirigenza nazionale.

      Arrivederci su queste pagine.

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