L’importanza della socievolezza

Socievolezza

La socievolezza è un quadro incompiuto

 

 

Socievolezza
Manifestazione di socievolezza

 

 

 

Un caso esemplare

Un padre attraversa la strada tenendo per mano il figlio di quattro anni. Arrivato sul marciapiede, saluta un uomo anziano con un deciso «buongiorno».

Il bambino imita il padre e saluta anch’egli l’anziano, senza dubbi né timori: «ciao!» gli dice.

L’anziano risponde: «sei proprio socievole caro ragazzo!».

 

Incontrare la socievolezza

L’affermazione dell’anziano rispecchia un sentimento che, presumibilmente, si potrebbe dire comune, ossia la socievolezza non è un principio automatico delle interazioni umane. Le persone non si dimostrano istintivamente socievoli quando incontrano altre persone, in particolare in contesti occasionali come la strada.

La normale interazione pare essere la diffidenza, l’indifferenza, il fingere di non aver visto, il farsi gli affari propri. Per strada come al centro commerciale, ci aspettiamo di non trovare atmosfere di socievolezza, semmai di (finta) cordialità, di rispetto, di distanza.

 

Il tipo socievole

Se provassimo a descrivere una persona socievole, senza condizionamenti tecnici di carattere filosofico e sociologico, potremmo sottolineare alcuni tratti inequivocabili.

Donna o uomo che sia, la persona socievole crea un collegamento con altri in modo cordiale. Essa conversa per così dire amichevolmente, si apre, non si ritrae. Gli argomenti di conversazione non toccano i fatti personali, la persona socievole non monopolizza i discorsi con “io”. Essa attira simpatia.

 

Scenario sociale

Senza ombra di dubbio, attualmente ci muoviamo nella globalizzazione, forse inconsciamente siamo affetti dall’individualizzazione.

Il senso di comunità e di gruppo tende a svanire, siamo carenti del sostegno prima garantito dalle unità di vicinato, siamo soggetti al lavoro precario o alla disoccupazione incipiente, alla solitudine, all’individualità blasé.

Nuovi pericoli ci minacciano a causa della globalizzazione, come ad esempio virus esotici e crisi economiche prolungate.

Quotidianamente perdiamo posizioni sul terreno dell’aggregazione sociale, poiché il sistema in cui viviamo dà maggior valore alla socialità (l’insieme delle interazioni sociali, le cui modalità sono acquisite stando in società) piuttosto che alla socievolezza.

 

Un punto di riferimento

Nel 1910, Georg Simmel si è dedicato alla riflessione approfondita sulla socievolezza, producendo un saggio che ebbe una grande eco nel 1911. Ha messo insieme i caratteri / le condizioni teoriche necessari per definire un quadro socievole.

 

Vita sociale

Il substrato di partenza è la sociazione (Vergesellschaftung), “forme determinate di convivenza e collaborazione che rientrano nel concetto generale di interazione. La sociazione è quindi la forma (…) in cui (…) gli individui crescono insieme in un’unità in cui questi interessi si realizzano” (Simmel).

Ci permettiamo di aggiungere che la sociazione definita da Simmel “assomiglia” a ciò che quotidianamente viene chiamata socialità. In sostanza, stiamo trattando la vita sociale, da cui pare che nessuno possa sentirsi escluso. È la necessità innata degli individui di comunicare con i loro simili, è il bisogno di adattamento all’ambiente esterno, di soddisfazione delle urgenze personali e collettive (E. Vidoni, 1975).

Ma la sociazione (per noi la socialità) ha scopi e obiettivi definiti, si tratta di “esigenze dell’esistenza in società” (Simmel). Ci sono degli interessi in ballo, anche la sola amicizia può sottendere un bisogno (di comunione, di collaborazione), una finalità (un collegamento professionale ad esempio).

 

Prospettiva della socievolezza

La socievolezza è uno scambio gratuito, privo di obiettivi utilitaristici. È la parte ludica della relazione interpersonale, la sua caratteristica è la leggerezza comunicativa. Tra le persone socievoli si concretizza il piacere di conversare, di stare insieme, di godere degli attimi per ciò che sono, senza pretesti o fini materiali.

 

L’essere socievole

Le qualità personali dell’amabilità, dell’istruzione, della cordialità ed elementi d’attrazione di ogni sorta decidono del carattere dell’essere insieme puramente socievole” (Simmel).

La persona socievole ha caratteristiche di ordine culturale, autoregola il proprio ego, controlla il proprio lato dispotico, pone limiti precisi alla propria impulsività, perché non ha intenzione di prevaricare l’altro.

La socievolezza è libertà dal rapporto formale, non si innalza sopra i gradini della posizione sociale e della ricchezza, non si fanno valere un eventuale fama o l’erudizione.

L’uomo socievole si caratterizza quindi per le sue facoltà personali, per i suoi interessi, per offrirsi genuinamente allo scambio verbale. Egli si apre al suo interlocutore, offre cordialità e buone maniere (cortesia), senza rendere pesante il dialogo.

Se proprio deve esistere un interesse, esso deve essere il semplice piacere della relazione, senza ipocrisia. La persona socievole si pone allo stesso piano di chi ha davanti, creando un’interazione tra uguali.

Nella conversazione si rivela l’essenza della socievolezza, è l’arte dell’intrattenimento, anche artistico, per giungere a uno scambio reciproco gratuito.

 

Il dono gratuito

Nella prospettiva socievole, il relazionarsi con l’altro acquista un significato di dono gratuito, ossia non c’è un corrispettivo mercantile/monetario (F. Bianchi, 2012).

I partecipanti alla conversazione socievole si donano vicendevolmente tempo e cordialità. Le persone forniscono valore al dono socievole, poiché spontaneo esso scavalca le barriere della consuetudine che vige nell’ambiente urbano, dove tutto ha un prezzo (si legga G. Simmel “Le metropoli e la vita dello spirito”).

Il dono gratuito esprime il piacere di stare insieme, cordialmente.

 

L’importanza della socievolezza

Lo scambio gratuito, libero da fini opportunistici, genera relazioni umane sincere. “La socievolezza è la forma ludica anche per le energie morali della società concreta” (Simmel). Crea un’etica. La socievolezza pone le relazioni in un luogo dove non vi sono attriti, stabilendo la libertà di stringere legami.

Essa contribuisce a dare energia ai legami sociali, alla produzione e riproduzione di interazioni umane. Sostiene le pratiche di approccio tra le persone (F. Bianchi, 2012).

La socievolezza crea ponti tra le persone, offre porte aperte alla relazione sincera, disinteressata, genuina. In ogni contesto sociale, un sincero rapporto colloquiale che evita la prevaricazione contribuisce a rafforzare i legami tra le persone, instaura un clima di fiducia reciproca.

La socievolezza aiuta le persone a “creare degli spazi sociali dove si possa stare piacevolmente insieme” (Ibidem).

 

Aspettative

Lo scambio socievole prevede che tutti i partecipanti all’interazione adottino gli stessi principi. È legittimo e giustificabile che l’uomo socievole si aspetti di ricevere un trattamento simile a quello che lui destina all’altro. Tuttavia, è frequente che l’uomo socievole non sia ricambiato.

 

Incognita, enigmatica

È necessario evidenziare che la socievolezza non è scontata, è un’incognita nell’orizzonte relazionale, rappresenta un enigma da risolvere quando si ha di fronte un interlocutore, in particolare sconosciuto.

 

L’approfittatore

Sono ben noti i casi di persone (indifferentemente uomini o donne) che usano i termini della socievolezza per fuorviare il loro interlocutore. Si dimostrano socievoli camuffando i reali obiettivi che desiderano perseguire: carpire informazioni, vendere un prodotto, raggirare la persona scelta.

Abbiamo chiamato quella modalità “comunicazione artefatta”, per rendere chiaro il suo contenuto recitativo. Simmel ha scritto: “simulare la realtà”, “diventa bugia se questa apparenza si rivela una mera parvenza che viene in realtà guidata da fini di natura diversa da quella socievole o tali da rendere opaca tale natura”.

Un esempio fin troppo chiaro riguarda le truffe agli anziani. Certe persone avvicinano anziani soli, con modi amichevoli e (appunto) socievoli, poi quando si sono assicurati una certa loro fiducia, passano all’azione concretizzando un atto criminoso (furto, estorsione, violenza).

 

La socievolezza è un quadro incompiuto

Le persone socievoli creano un ponte verso altre persone. La relazione socievole è tale se presenta le caratteristiche della gratuità, del genuino coinvolgimento, dell’altruismo. La socievolezza è come un bellissimo quadro artistico, che dona sensazioni positive. Tuttavia resta incompiuto, se non c’è reciprocità da una parte dell’interazione.

Nel caso in cui, la socievolezza è usata come paravento per secondi fini, il quadro relazionale non si completa, rimane la mera recitazione, la comunicazione artefatta.

Consciamente o no, valutiamo la persona che ci parla, ne esaminiamo il tipo di comunicazione per capire se è genuinamente socievole. L’obbligatoria permanenza in luoghi di lavoro ci pone davanti alla necessità di instaurare proficui rapporti, o almeno che siano sopportabili. Lo stesso si può dire riguardo ad altri contesti come il vicinato, la parrocchia, la palestra. Relazionarsi con persone socievoli facilita molto la vita quotidiana.

 

 

 

Nota bibliografica

Coloro che desiderano avere i riferimenti bibliografici, su cui sono basate le riflessioni contenute in questo contributo, sono pregati di mandare una richiesta scritta utilizzando il modulo dei contatti.

Grazie.

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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