La Prussia

Con due ordinanze del 1 e del 18 maggio 1733, tutti i fuochi (famiglie) esistenti vennero raggruppati in distretti e assegnati ai vari reggimenti di fanteria o cavalleria. I distretti reggimentali erano poi suddivisi in dieci parti eguali e queste assegnate a ognuna delle dieci compagnie. Successivamente, nel settembre, venne pubblicato il regolamento nel quale era stabilito che tutti gli abitanti erano “nati per le armi” e “obbligati” a prestare servizio nel reggimento, nel cui distretto cantonale erano nati. Erano esclusi dall’obbligo i figli delle famiglie nobili o dei grandi proprietari terrieri; ma essi erano per altra via obbligati a servire come ufficiali. Furono invece esentati i figli unici esercenti determinate professioni, i figli di coloni immigrati e dei ministri evangelici. Il servizio di leva, come ora si direbbe, non era lasciato all’arbitrio dei comandanti di reggimento residenti, ma veniva regolato dai presidenti dei distretti.

I mercenari furono ridotti ad un terzo degli effettivi, mentre gli obbligati alla leva venivano chiamati e trattenuti sotto le armi per alcuni periodi dell’anno a scopo di istruzione. Mercenari e uomini di leva partecipavano ala formazione degli stessi reparti, con notevolissimo duplice vantaggio, dal punto di vista morale per lo spirito patriottico che vi apportavano le reclute di leva e dal punto di vista professionale per l’abilità specifica che distingueva i mercenari, quanto all’addestramento. La permanenza sotto le armi degli obbligati di leva era breve, non più di un anno e interrotta da frequenti concessioni di permessi per lavoro. In caso guerra la chiamata sarebbe stata generale. Ne risultava, per il sistema di reclutamento adottato a base territoriale, una mobilitazione rapidissima e oltremodo semplice. Le operazioni di quella mobilitazione (che nulla avrebbe avuto da invidiare alle odierne, salvo per le masse ora tanto più numerose) erano state predisposte con meticolosa e sapiente precisione. Nei primi due giorni si presentavano ai reggimenti tutti gli uomini chiamati; nel giorno seguente si distribuivano loro armamento, equipaggiamento e cavalli, mettendo tutti in assetto di guerra; al quarto e quinto giorno tutto il reggimento al completo raggiungeva il luogo assegnato. “In conseguenza delle disposizioni dei quartieri e delle guarnigioni (scriveva un contemporaneo anonimo) le truppe possono riunirsi sulle frontiere della Sassonia e anche penetrare nel territorio sassone ed operare il passaggio dell’Elba nello spazio di otto giorni. Così pure gli eserciti prussiani possono invadere la Slesia austriaca ed una parte della Boemia, prima ancora che la corte di Vienna abbia avuto il tempo di ricevere avviso del loro concentramento. Ovunque vi sono truppe del Re, questi può agevolmente metterle in campo quando altri meno se lo pensa ed invadere, senza troppi ostacoli, quelle province che meglio gli convengano. La potenza prussiana sarà sempre formidabile per i suoi vicini, finché essi non si pongono in grado di prevenire i suoi eserciti, od almeno di giungere in tempo per mettere argine alle loro prime operazioni. E’ difficile concepire e farsi un giusto criterio della precisione con la quale tutto quello che ho detto sopra si esegua in Prussia”.

Parallelamente alle disposizioni per il reclutamento della truppa, il Re Federico Guglielmo provvide ad assicurare quello degli ufficiali. Occorreva ottenere che la nobiltà desse spontaneamente i propri figli all’esercito. Egli lo ottenne. Il grande centro di reclutamento fu il Collegio dei Cadetti – istituito a Berlino dove il numero degli allievi nel 1722 raggiunse i trecento. Vi era una certa avversione, specie nella Prussia Orientale, ad indirizzare i giovani alla carriera militare. Il Re designava tutti gli anni, scegliendoli personalmente, i giovani nobili dai dodici ai diciotto anni, che dovevano entrare nel Collegio dei Cadetti. Quelli che si mostravano riluttanti erano invitati perentoriamente o mandati a prendere da sottufficiali o gendarmi. In pari tempo egli cercava di persuadere i genitori del buon trattamento che i giovani ricevevano nel Collegio, dove erano alloggiati in belle camere ed avevano vitto sano e abbondante e s’insegnavano loro scienze, matematica, lingua francese, geografia, storia e discipline militari. Facevano esercizi a cavallo e scherma. Contemporaneamente si dava uniformità all’armamento ed equipaggiamento della fanteria, con l’adozione di fucili dello stesso calibro e della baionetta da inastare. Il Principe Leopoldo d’Anhalt Dessau, che fu uno dei migliori generali prussiani, aveva fatto adottare la bacchetta di ferro per ricaricare il fucile, la qual cosa accelerando il tiro di fucileria ebbe una grande influenza sul nuovo impiego tattico della fanteria. L’adozione dei regolamenti per l’addestramento, le varianti approntate alle formazioni dei battaglioni, la disciplina, l’ordine e la precisione dei movimenti, costituirono sotto il governo di Federico Guglielmo il primo saggio della perfezione, che doveva più tardi essere raggiunta da quelle truppe. Le innovazioni introdotte nella fanteria consistevano nell’assottigliamento dell’ordinanza lineare, che fu portata da sei righe a tre e nell’aumento della celerità del tiro di fucileria, con l’adozione della bacchetta e la modificazione del focone tronco-conico.

Pubblicato da Il Sociale Pensa

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