La questione sociale

questione sociale

Riduzione ideologica di un’espressione

 

 

Questione sociale
Che cos’è realmente la questione sociale?

 

 

Articoli

È ora di costruire un’alternativa politica” (30 settembre 2022)

«Dovremo essere capaci di seminare il campo di quel terzo di Paese che ha scelto di non votare e mettere insieme i tanti che hanno un’idea di Italia diversa da quella della destra che si appresta a governare.

Il lavoro come architrave del Paese che vogliamo, diritto fondamentale dell’individuo e motore dello sviluppo. La difesa della sanità e della scuola pubblica come pilastri su cui costruire una società giusta.

La questione sociale e la lotta contro le diseguaglianze come principio essenziale della nostra identità e come faro delle nostre azioni. La progressività come principio per la redistribuzione della ricchezza. La tutela dell’ambiente come urgenza improrogabile. L’Unità tra Nord e Sud come argine ad ogni riforma istituzionale.

Su questi valori e su quelli di accoglienza, solidarietà, integrazione e di Pace servirà riconnettere energie, mondi e culture politiche diverse, realtà laiche e cattoliche. Una strada, questa, tracciata con coraggio da Papa Francesco nel suo magistero.»

 

«La nostra è l’agenda sociale. La destra ci porta indietro» (23 settembre 2022)

Come articolo 1 avete deciso di correre in una lista insieme al Pd, da cui eravate usciti nel 2017. Ritiene che il Pd sia cambiato da allora?

«Il Pd sta cambiando, Letta ha detto parole chiare sul lavoro, lotta alla precarietà. E’ consapevole che siamo in un tempo nuovo e le forze di sinistra devono cambiare parole d’ordine per interpretare la questione sociale. La lista è aperta anche ad altre forze come socialisti e Demos. E’ una promessa di proseguire dopo il voto il percorso di apertura a nuove energie. Siamo già oltre il confine stretto del Pd, la lista è un seme per la costruzione di una sinistra larga a partire dalla questione sociale, dalla difesa di scuola e sanità pubbliche.»

 

Citazioni ridotte

«Dobbiamo riaprire il dibattito sulla questione sociale» si sente dire ciclicamente da questo o quell’esponente politico in campagna elettorale. Altro tema affine è “l’agenda sociale”.

La questione sociale è un argomento evocato nei momenti parossistici del dibattito politico elettorale, per poi tornare sotto una pesante coltre di indifferenza. In altri momenti non appartiene ai temi trattati pubblicamente, abbiamo osservato che esso non appare nelle normali discussioni dell’opinione pubblica.

Ciò ha suscitato il nostro interesse, pertanto abbiamo approfondito l’argomento.

 

Questione operaia?

Come primo approccio, siamo partiti dal pensiero politico, ipotizzando che l’espressione questione sociale sia citata dalla politica nell’accezione storica, ossia di condizione dei lavoratori.

Se ciò è corretto, siamo di fronte a una parziale interpretazione di ciò che invece è naturalmente più complesso (si veda la parola complessità).

La questione sociale come problema economico (R. Steiner) rimanda alle conseguenze sociali dell’industrializzazione e alle precarie condizioni di vita in cui versavano i lavoratori (in particolare operai) dalla fine del diciottesimo secolo.

Il principale pensatore di quell’ambito è, ovviamente, Karl Marx. In collaborazione con Friedrich Engels, Marx elaborò il famoso “Manifesto del partito comunista” del 1848, nel quale si parla di lotta di classe, ribellione alla classe borghese dominante, di presa del potere da parte del proletariato oppresso.

Negli anni a seguire, la questione sociale come problema economico non è stata risolta, sicuramente affrontata ma in modo parziale, anche dai governi di matrice socialista e comunista. In tal senso, chi si riferisce alla questione sociale esclusivamente come rapporti di lavoro e sindacali rischia di riproporre schemi antiquati e del tutto obsoleti.

 

Chiesa cattolica

Anche per il Magistero della Chiesa, la questione sociale si riferisce – inizialmente – alla questione operaia. Visto il dilagante interesse delle fazioni politiche socialiste e comuniste per l’elettorato operaio, il Magistero della Chiesa si è adoperato per fornire ai fedeli linee guida meno ideologiche, già dalla fine del XIX secolo. Riteniamo sia un moto di adattamento alla contingente situazione storica.

I Papi che hanno guidato la Chiesa dal 1878 (Leone XIII) al 1978 (inizio del pontificato di Giovanni Paolo II) si sono trovati di fronte a tempi difficili, hanno dovuto prendere decisioni per il rinnovamento sociale della stessa Chiesa.

Nelle fabbriche, negli opifici, nelle campagne i militanti della politica anticlericale e anticristiana si muovevano agilmente per fare proselitismo laico ed ovviamente elettorale. La questione operaia, invocata dai politici di sinistra, desiderava convogliare il dibattito sui binari ideologici riducendo il sociale alla condizione di vita dei lavoratori e alle loro istanze, contro la classe borghese, contro il sistema vigente.

Contestualmente, era lasciato da parte l’intervento contro la povertà. Il Magistero della Chiesa era consapevole dell’opera instancabile di parroci e volontari dentro ogni unità parrocchiale a favore di poveri e indigenti. La questione sociale prendeva fisionomia e complessità relazionale.

Nel 1953, papa Pio XII istituiva la Pontificia Opera di Assistenza, per fornire assistenza sociale ed evangelica alle persone in difficoltà.

Nel 1971, papa Paolo VI istituiva invece la Caritas Italiana per raccogliere l’eredità e l’esperienza della Pontificia Opera di Assistenza.

I vari centri Caritas locali forniscono solidarietà e assistenza per vitto e alloggio alle persone in difficoltà, punti di ascolto e orientamento.

 

Salvaguardia dei diritti e della proprietà

Papa Pio XII (Eugenio Pacelli, 1876-1958) “pur riconoscendo legittimo il diritto di proprietà, mise in luce la subordinazione di tale diritto ad altri più fondamentali diritti della persona. E’ da negarsi pertanto quell’assetto sociale privatistico il quale, anziché facilitare il raggiungimento dei bisogni primari, li impedisse gravemente. Il lavoro perciò non è solo da ritenersi un obbligo morale, bensì un diritto e che esso sia esteso a tutti senza distinzione. Nel lavoro infatti risiede il bene comune della civile convivenza.

La famiglia stessa potrà, infine, avvantaggiarsi dalla proprietà immobiliare perché quest’ultima potrà garantirle quella sana libertà ed indipendenza necessaria al compimento dei doveri che sono stati affidati da Dio ai genitori” (B. Bruni, 1984).

 

Tutti contro il capitalismo

Il tema della questione sociale è stato storicamente unito alle conseguenze dell’industrializzazione: gli operai sono stati inclusi nel proletariato urbano, il capitalismo è stato accusato da più fronti di essere la causa dei mali moderni.

I movimenti politici socialisti e comunisti soffiavano sul fuoco della rivolta delle masse operaie per combattere il capitalismo ed appropriarsi dei mezzi di produzione.

La Chiesa accusava gli agenti del capitalismo di sfruttare il proletariato, di negare il benessere materiale e la giustizia sociale.

Negli anni a seguire, si è consolidato il senso fornito alla questione sociale come economico, di occupazione/disoccupazione, di oppressione capitalistica, ideologico.

 

La miseria

La mancanza del lavoro, così come la sua deriva, rimaneva (e rimane tuttora) un fattore innegabile della questione sociale. Tuttavia, anticipiamo che esso non esaurisce la spiegazione dell’intero argomento.

Anche prima dell’industrializzazione esisteva la questione sociale, esistevano infatti tante persone povere e in stato di bisogno. Anche prima dell’avvento del capitalismo esisteva la miseria, esisteva la prevaricazione, esisteva la disoccupazione.

In ogni fase storica, sono esistiti individui che sfruttavano i loro simili, sono stati registrati fatti di ingiustizia sociale, sono stati inseriti nelle cronache casi di devianza.

Crediamo sia importante affrontare la semantica dei termini, per giungere a un migliore percorso di comprensione.

 

Radice dell’espressione

L’espressione questione sociale rappresenta un insieme nel quale possono confluire tutte le anomalie presenti nella società e nei suoi sistemi. Quelle anomalie producono difficoltà e disagio alle persone, sono problemi da trattare con le dovute modalità, non sono sufficienti le chiacchiere elettorali. Infine, sottolineiamo che le anomalie sono purtroppo endemiche.

La parola questione significa interrogazione, domanda, argomento, problema, discussione, controversia.

La questione sociale riguarda l’insieme dei problemi sociali” (Dizionario Garzanti della lingua italiana, 1980).

La questione sociale non si riferisce solamente al seppur importante problema delle condizioni di lavoro. Nell’insieme denominato questione sociale rientrano la povertà, il disagio urbano minorile e adulto, le devianze, la microcriminalità, l’abbandono scolastico, l’abbandono degli anziani, l’immigrazione straniera, eccetera eccetera. Siamo di fronte a un ampio contenuto di senso.

Si capisce che non è esaustivo né corretto ridurre il tema della questione sociale a “semplice” argomento lavorativo o addirittura di lotta classista. Riteniamo doveroso attribuire alla questione sociale lo stesso grado di complessità riconoscibile in ogni altro aspetto delle relazioni umane.

 

Questione sociale
Un ritratto della questione sociale

 

Esempio di questione sociale non ideologica

Il problema minori? Questione sociale, non solo di ordine pubblico” (15 settembre 2022)

«Il problema dei minori non accompagnati è molto sentito a Genova e ha le stesse forme di altre grandi città. Noi siamo una delle forze che operano insieme ad altri. E’ una questione sociale più che di ordine pubblico e non si risolve solo con la repressione ma anche con il reinserimento sociale e la sinergia tra tutte le forze in campo”.

Così il colonnello Gerardo Petitto, da lunedì nuovo comandante provinciale di Genova a margine di un incontro con la stampa.

«Il problema dei minori ha aspetti di integrazione sociale e culturale. Noi come Arma siamo parte di un sistema e cercheremo di fare il nostro lavoro insieme alla procura dei minori, ai servizi sociali e al ministero che regola i flussi ma anche con le associazioni.»

 

Ampiezza della questione sociale

La questione sociale è stata ridotta nel suo contenuto di senso affinché fosse facilmente utilizzabile a fini ideologici.

Con l’industrializzazione, grandi masse di persone si sono trasferite negli ambienti urbani, la vita sociale e lavorativa si è stabilita definitivamente nella città. Negli anni a seguire, le condizioni e gli stili di vita si sono modificati, aprendo all’osservazione di nuovi panorami sociali.

Non si può più parlare di questione sociale come puro e semplice correlato economico e di mestieri, in quanto il contesto sociale urbano è certamente più complesso di duecentocinquanta anni fa. Ad esempio, attualmente esiste quel che viene chiamato Welfare state, prima assente.

L’età contemporanea ha da tempo manifestato inconvenienti quali il diffuso disagio dei cittadini urbani.

Esiste un sottofondo rappresentato dai temi della civile convivenza, dell’indifferenza sociale, della solitudine, della perdita del senso di comunità, della povertà urbana, della giustizia/ingiustizia sociale, dell’infelicità.

Riteniamo non trascurabile considerare il tema della questione sociale nella sua ampiezza e complessità, proprio perché nel suo insieme convivono aspetti diversi ma riconducibili al rapporto delle persone con il sociale.

Suggeriamo pertanto che l’argomento della questione sociale sia affidato ad esponenti della società civile, affinché esso non sia lasciato agli appetiti elettorali della politica.

 

Questione sociale
La questione sociale degli anziani poveri

 

Felicità

«Non bisogna lasciarsi ingannare da certa retorica sulla povertà, che è una delle forme più odiose della menzogna sociale.

La cosiddetta felicità è un fatto individuale, quasi sempre di breve durata, o addirittura momentaneo, che nessun ordinamento sociale potrà mai elargire o garantire. Dal migliore degli ordinamenti sociali non ci si può aspettare che l’eliminazione degli ostacoli esteriori che impediscono agli uomini uno sviluppo normale: l’eliminazione della tirannia politica, dello sfruttamento economico, della discriminazione razziale o confessionale, e di ogni altra causa di diseguaglianza o d’ingiustizia» (I. Silone, 1971).

 

 

Riferimenti e letture

AAVV, “La questione sociale”, Sansoni, Firenze, 1971

R. Steiner, “I punti essenziali della questione sociale”, Ed. Antroposofica, Milano, 1980

B. Bruni, “La questione sociale nel pensiero della Chiesa”, Accademia degli Incolti, Roma, 1984

Marx – Engels, “Manifesto del partito comunista”, Newton Compton, Roma, 1994

S. Vicari Haddock, a cura di, “Questioni urbane”, Il Mulino, Bologna, 2013 

 

 

Articoli correlati

 

Pubblicato da Il Sociale Pensa

Vedi pagina di presentazione sul menù principale.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.