Mantenere il segreto

Segreto

Tenere celate notizie e informazioni

 

Segreto
Mantenere un segreto

 

«La parte più grande di quello che sappiamo corrisponde alla più piccola di quello che ignoriamo»

(Temistio, citato da Cardano)

 

Non dire nulla

Ogni persona custodisce un segreto, piccolo o grande, bello o terribile. Il saldo del proprio conto in banca è un piccolo segreto da custodire, non è consigliabile svelarlo in pubblico. Trovare un portafogli pieno di denaro per strada senza essere visti costituisce un potenziale segreto da non raccontare. Molte storie personali hanno come tema la solitudine, è il sentimento per eccellenza da tenere nascosto. Spesso la solitudine rimane un segreto inconfessato, poiché è una sofferenza imbarazzante e avvilente.

La famiglia è un piccolo gruppo sociale che detiene segreti, già di per sé la sua storia ne rappresenta uno. Innumerevoli sono gli episodi che hanno condizionato le vite famigliari: da un reato a un adulterio, da un regalo a un’elargizione filantropica, a una raccomandazione opaca. L’autore di un crimine terrà nascosta la sua azione per non finire in galera, ladro o assassino che sia.

Sono potenzialmente innumerevoli le informazioni e le notizie che non conosciamo, che rimangono celate nel buio del tempo passato.

 

Il contenuto fondativo

Per sua natura, il pensiero nasce nel segreto. Solo in seguito la persona decide se esternarlo. Nella coscienza individuale sono concepiti ed elaborati i pensieri, essa è un luogo chiuso e inaccessibile, ma di grande interesse.

«Senza la coscienza la comunicazione è impossibile» (Luhmann), senza i pensieri non ci sarebbero contenuti da trasmettere. Ciò che viene comunicato è solo una parte, piccola o grande quindi non tutta, della mole dei pensieri prodotti dal nostro sistema psichico, ogni individuo sceglie i contenuti da comunicare all’esterno da sé. Tutti gli altri rimangono nel segreto, restano nascosti, in balia del pericolo di essere prima o poi dimenticati.

In verità, siamo affascinati da tutto il materiale che giace nel segreto, a partire appunto dai pensieri non espressi in pubblico. Le informazioni personali e sensibili devono rimanere nascoste; restano per lo più segreti i difetti individuali che crediamo possano inficiare le relazioni interpersonali, le considerazioni delle persone che temiamo di offendere.

I progetti di Dio sono segreti, perciò sono oggetto di grande speculazione all’interno dell’intera umanità.

Quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt. 6,1-6.16-18).

 

Distorsione della comunicazione

Se non si parla di un fatto, di un episodio, di un oggetto o di una persona è come se tutti questi argomenti non esistessero. Semplicemente non si attiva la comunicazione, poiché non esistono contenuti da veicolare.

Tuttavia quei contenuti potrebbero essere tenuti nascosti, conservati nel segreto. I motivi della riservatezza sono numerosi, sono legati alla natura di ciò che si vuole conservare. La combinazione della cassaforte è l’esempio più chiaro di un informazione da non veicolare.

Per non divulgare un informazione si può distorcere la comunicazione, la si può deviare; si tiene la bocca chiusa, non si scrive in merito, non si fa capire in pubblico di possedere un informazione generale o specifica.

Il segreto è una faccenda facile a farsi ma non facile da inquadrare, possiede conseguenze potenzialmente molto complicate.

 

In silenzio

Una caratteristica del segreto è l’essere silenzioso, esso non fa rumore, tenta di passare inosservato, prova a eludere ogni osservazione.

Comunemente non si considera che anche il silenzio comunica dei contenuti, voluti oppure no: risentimento, disprezzo, approvazione e plauso. La mimica facciale comunica informazioni, potrebbe lasciare trapelare l’esistenza di ciò che stiamo tentando di nascondere.

Il silenzio è un oggetto di studio sempre attuale.

 

Natura del segreto

In sostanza il segreto è una verità tenuta nascosta. Il medico e filosofo naturale Girolamo Cardano (1501-1576) intende il segreto come conoscenza nota solo a pochissime persone. Pertanto, egli non considera un segreto la conoscenza di informazioni che non si possono sapere o prettamente ignote, quindi il suo punto di vista non è antropologico bensì scientifico naturalista. Ad esempio, le scoperte relative alla matematica e alle altre scienze certe rimangono all’inizio a disposizione del ricercatore, solo in seguito sono svelate al grande pubblico, però solo alcune persone ne comprendono appieno il contenuto. Il segreto, secondo Cardano, si trova in una zona intermedia tra il conosciuto e lo sconosciuto.

L’antropologo René Girard (1923-2015) sostiene che il segreto si mantenga per difendere sé stessi e altri da una o più verità, in particolare se esse possiedono contenuti tremendi. Girard ha analizzato la genesi della violenza e i meccanismi di origine delle religioni moderne.

Generalmente, il segreto è inteso come fatto antropologico, un elemento simbolico della realtà umana. Il concetto del segreto si materializza già nel fatto di sapere, privato di pubblicazione.

Esso toglie al sapere il lato oggettivo e al potere il lato soggettivo. Il segreto è un ombra benefica che copre le origini del mito fondativo del potere (istituzioni), che nasconde la generazione dei tabù ossia dei divieti per il controllo della vita sociale.

«L’origine del potere superiore è per il popolo, che sta sotto di esso, dal punto di vista pratico, imperscrutabile» (Kant, “Metafisica dei costumi”, parte prima), tale segreto non deve essere svelato pena la dissoluzione della stessa istituzione civile. Svelare come il potere politico si è legittimato tempo addietro metterebbe il popolo di fronte a scomode verità.

La storia umana è piena di segreti, di verità oggettivamente nascoste taciute non comunicate.

Fin dall’antichità, fatti ed eventi sono stati tenuti nascosti a causa delle brame di potere e di ricchezza. Alcune persone sono state designate per la custodia di quei segreti: il ciambellano di corte antesignano del moderno segretario, il mitico alchimista custode di pratiche esoteriche e chimiche, lo sciamano, il medico, l’archivista.

Tuttavia, sono numerosi i ruoli che portano a maneggiare verità da tenere nascoste, dall’impiegato al bancario, al sacerdote confessore.

 

Mantenere il segreto

Si ipotizza, nella normalità quotidiana, che le azioni siano orientate a un fine definito e razionale. In questa prospettiva, inseriamo la pratica di custodire un proprio segreto, protezione che può giungere fino al termine dell’esistenza.

Non sono rari i casi per cui i famigliari vengono a conoscenza di beni occulti solo dopo la dipartita di un anziano. Cronache famigliari raccontano di gesta eroiche compiute in gioventù da un parente, che le ha tenute nascoste per tutta la vita. Con le stesse modalità, escono allo scoperto nefandezze e malvagità perpetrate anni addietro, che infine giustificano la situazione contemporanea.

Le persone mantengono un segreto poiché desiderano tutelare uno specifico interesse. Talvolta è più facile tacere un azione piuttosto che rendere spiegazioni.

A volte accade che non raccontiamo fatti dei quali siamo stati testimoni, non parliamo di episodi vissuti in prima persona o come comparse, preferiamo tenere per noi quelle verità. Per timori, paure, vantaggi personali. Spesso per evitare discussioni, guai veri o presunti. E’ una metodologia che si tramuta in vera strategia d’azione, che nega la comunicazione.

Si può comprendere che tutto quanto rientra nei fatti tenuti nascosti è parte significativa della vita reale. La storia personale ha spazi d’ombra, segmenti temporali non raccontati, i quali contengono probabilmente storie importanti.

 

Condividere

Esiste in maniera implicita un certo diritto alla discrezione, socialmente è tutelata la facoltà di custodire informazioni intime. La sfera privata è il luogo della segretezza personale, ne condividiamo le sorti con le persone a noi più vicine. Gli individui invadenti e impiccioni possono essere facilmente fermati e allontanati.

Nei rapporti che intratteniamo con altre persone, soprattutto conoscenti vicini di casa colleghi collaboratori eccetera, veniamo a conoscenza di una quantità minima di informazioni, finché non entriamo nella sfera della confidenza e dell’amicizia restiamo fuori dalla loro vita privata.

Reciprocamente, includiamo ed escludiamo persone dalla conoscenza delle nostre verità personali (segreti inclusi), questa operazione dona valore alle informazioni che custodiamo. Nel momento in cui condividiamo un segreto, rafforziamo il legame di relazione con la persona scelta.

 

Segreto e segretezza
Condividere un segreto

 

Nell’ambiente pubblico, tutto appare e tutto traspare, mettiamo in dubbio la comunicazione divulgata sulla pubblica piazza urbana, mediatica o virtuale. I contenuti vanno verificati.

Nell’ambiente privato grazie alla segretezza, tuteliamo la personale libertà di pensiero, accogliamo persone fidate, leghiamo rapporti significativi.

 

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.

Art. 48 Costituzione della Repubblica italiana

 

La politica nascosta

La pratica di nascondere qualcosa è diffusa in tutti gli ambienti, ma il più famigerato è quello della politica. Ricordiamo che la politica è il sistema sociale che è associato al possesso e all’utilizzo del potere (Luhmann).

«E’ caratteristica del potere una ineguale ripartizione del vedere a fondo. Il detentore del potere conosce le intenzioni altrui, ma non lascia conoscere le proprie. Egli dev’essere sommamente riservato: nessuno può sapere ciò che egli pensa, ciò che si propone» (Canetti).

In democrazia o in dittatura, in monarchia o in repubblica, l’ambiente politico non svela al pubblico le sue reali informazioni. Siamo di fronte a situazioni oggettive inconfutabili. La monarchia tiene nascoste le reali condizioni del sovrano, per non mettere in agitazione il popolo e non innescare pericolose guerre di successione; i partiti al governo democratico camuffano le loro reali intenzioni relative alle operazioni da compiere, per evitare ostacoli e opposizioni decisive; le dittature distorcono le comunicazioni istituzionali per narcotizzare i cittadini.

«Buona parte dell’autorità di cui godono le dittature deriva dal fatto che si accorda loro la forza concentrata nel segreto, ripartita su molti e rarefatta nelle democrazie. Si osserva con scherno che le democrazie sono parolaie. Ciascuno chiacchiera di tutto, ciascuno si immischia in tutto, non succede nulla senza che già prima tutti lo sappiano» (Canetti).

 

Minaccia o uso della forza

La politica al governo controlla l’esercito, il quale ne ha mutuato le procedure di riservatezza. Piani di difesa e di attacco, approvvigionamenti, logistica degli spostamenti, forza disponibile, rappresentano informazioni riservate da custodire nel segreto dell’istituzione, in ballo c’è la sicurezza nazionale.

«La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi» (C. Von Clausewitz, 1832), la guerra è un atto sottoposto ad estrema riservatezza.

Il potere è un accumulazione di segreti, di notizie nascoste in modo pervicace fino alle estreme conseguenze.

Le stragi compiute in ogni parte del Paese, l’eliminazione di magistrati e agenti delle forze dell’ordine, i complotti vari perpetrati in decenni di storia nazionale testimoniano il buio informativo che avvolge la verità, con protagonista la politica.

 

Servizi segreti

La raccolta delle informazioni utili alle azioni non è appannaggio esclusivo del settore militare, esiste infatti un servizio segreto civile che indaga i sistemi economici amministrativi eccetera.

L’agente segreto e l’investigatore sono gli operatori incaricati di accumulare notizie utili al sistema per cui lavorano. Le informazioni nascoste sono più importanti degli stessi operatori incaricati di scovarle, nonché di quelli responsabili della custodia.

Il sistema dell’economia comunica informazioni di continuo, sono necessarie per la gestione dei vari mercati locali e globali. Le notizie più importanti sono tuttavia tenute segrete, sono quelle usate per condizionare l’andamento degli stessi mercati, per ottenere potere. Le condizioni reali o presunte delle società quotate in borsa determinano l’acquisto e la vendita dei titoli di vario genere, determinano i guadagni e le perdite dei gruppi finanziari. Il pubblico non conosce tutta la verità.

Lo spionaggio industriale, come è noto, agisce per svelare informazioni su brevetti, progetti, composizione dei prodotti, ricette segrete.

 

Segreto
Un archivio “segreto”

 

Svelare il segreto

Per conoscere un segreto è necessario utilizzare le vie della comunicazione. Un informazione segreta può essere svelata grazie alla comunicazione interpersonale intima, ossia grazie alla confidenza nutrita con chi la custodisce.

In questo caso la questione etica emerge prepotentemente, in quanto si dovrebbe valutare qual è l’uso che si vorrebbe fare dell’informazione segreta. Se l’informazione ottenuta va a danno di chi la custodisce siamo di fronte a un caso di tradimento. Se invece l’informazione andrà a beneficio collettivo (ad esempio sventare un attentato, evitare furti e violenze), lo svelamento ottiene un ottima giustificazione.

L’indagine è l’altra pratica utile, essa è in parte interrogazione di testimoni, raccolta di frammenti di informazioni, notizie varie, documenti, fotografie, filmati.

L’interrogazione mira ad ottenere una confessione da parte del soggetto interrogato, in base al contesto in cui è eseguita essa si caratterizza per essere più o meno violenta (interrogatorio, terzo grado).

«La confessione dipende da una manipolazione adeguata delle relazioni interpersonali» (Danziger).

L’operazione di spionaggio si avvale di tutte le tecniche di raccolta delle informazioni sensibili, compresa la corruzione se necessario.

 

Segreto
Violazione del segreto e spionaggio.

 

Violazione del segreto

Divulgare informazioni altrui coperte dalla riservatezza è uno dei casi più importanti relativi al tema del segreto. Parlare nella propria cerchia amicale e famigliare pone chiunque nella facoltà di farlo liberamente, certi che le parole più forti non saranno divulgate.

Al contrario, parlare sinceramente in presenza di estranei apre uno scenario pericoloso in quanto orecchi indiscreti potrebbero usare i messaggi a loro piacimento.

Dobbiamo rilevare che anche in ambienti per così dire fidati, sono alti i pericoli di fughe di notizie, con conseguenze non positive. Emergerebbe l’urgenza di individuare chi ha tradito l’intimità.

Un altro caso significativo riguarda le istruttorie giuridiche, nelle quali gli inquirenti e i giudici istruttori svolgono le opportune indagini per fare luce sulla verità dei fatti.

Le informazioni raccolte, indizi e prove, dovranno essere conservate con cura affinché qualunque detrattore non se ne possa servire a favore del cosiddetto presunto colpevole. La violazione del segreto istruttorio è un reato penale perseguito per legge (art. 379 bis Codice Penale).

Lo stesso accade nel caso di rivelazione del segreto professionale (art. 622 Codice Penale), se tale informazione è rivelata per trarne profitto.

 

Carattere

Il segreto (e tutto ciò che lo riguarda) ha una forma squisitamente antropologica. Si nasconde un informazione dalla conoscenza pubblica, per motivi di vantaggio privato o politico. L’intero processo del segreto esiste fuori e dentro la comunicazione, consiste nel suo inquinamento, nella sua deviazione, nell’uso abile dei filtri in uscita dalla coscienza.

Tutti gli individui avveduti sanno che le grandi istituzioni sociali e societarie compiono atti che condizionano l’esistenza di intere comunità, tutti dovrebbero sapere che alcuni di quegli atti rimangono nascosti, invisibili, non rivelati al pubblico.

Talvolta risulta più importante l’indagine della verità che è rimasta nascosta, di quella che invece è stata resa nota.

Il tema del segreto possiede, in ultima istanza, un importante valore che è non solo morale ma anche e soprattutto economico, poiché grazie alla gestione manipolatoria dei segreti si creano profitti. E’ altresì necessario sottolineare che la conservazione di informazioni e notizie nel segreto condiziona la comunicazione pubblica, la conoscenza della verità.

 

Riferimenti bibliografici

G. Cardano, “Il libro dei segreti”, a cura di D. Giavina, Mimesis, Milano, 2017

R. Girard, “Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo”, Adelphi, Milano, 1983

E. Canetti, “Massa e potere”, Adelphi, Milano, 1997

D. Mazzù, “Il segreto delle origini e la funzione regolativa del tabù”, in “Simbolica politica del terzo”, a cura di G. M Chiodi, Giappichelli, Torino, 1996

P. Watzlawick, J. Healmick Beavin, D. D. Jackson, “Pragmatica della comunicazione umana”, Astrolabio, Roma, 1971

K. Danzinger, “La comunicazione interpersonale”, Zanichelli, Bologna, 1982

N. Luhmann, “Che cos’è la comunicazione?”, Mimesis, Milano, 2018

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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