Se tutto finisse domani

Considerazioni sulla follia di questi tempi

 

#setuttofinissedomani
se tutto finisse domani

 

Tempo fa abbiamo letto sul sito del gruppo Paradise Lost una domanda, fatta in modo referenziale agli stessi membri del gruppo: “(what would you do,) if it all ended tomorrow?”, (cosa faresti) se tutto finisse domani?

La domanda era riferita ovviamente all’ipotetico scioglimento del gruppo e all’interruzione delle sue attività. E’ una domanda in pieno stile “gothic metal”, in pieno stile Paradise Lost.

Bene. La frase ci è tornata in mente, di nuovo, in questi giorni, dopo aver visto sedimentare gli accadimenti noti a tutti.

Il 13 novembre 2015 è stato un altro giorno della paura, allo stesso modo del gennaio scorso. La follia omicida ha dilagato, in nome di ideali molto discutibili. L’ignoranza verso la sacralità della vita in generale, umana in particolare, ha portato orrore e disperazione, gravi lutti. Coloro che hanno perpetrato omicidi, disprezzando la vita umana, hanno dimostrato che tutto può finire oggi o domani.

Anni per creare delle persone, attimi per distruggerle. Siamo tornati indietro di secoli, agli anni dell’evo oscuro.

Ecco la domanda.

Cosa faresti se tutto finisse domani? La contro domanda è molto semplice: tutto cosa? Se finisse il tempo libero? Se finissero le amicizie, o solo alcune? Se finisse quella relazione affettiva? Se finisse quel rapporto di lavoro? Se finissero i soldi?

Se finisse tutto.

Se finisse il benessere, se finisse la spensieratezza, la serenità. Se finisse la solidarietà. E’ seriamente troppo. In cuor nostro siamo sicuri che molti (in particolare coloro conosciuti in ambito lavorativo) sarebbero più preoccupati del pericolo di perdere soldi e benessere, più che la gioia e la serenità fine a loro stesse.

La domanda “se tutto finisse domani” si potrebbe riverberare perciò solo sul fattore monetario. Al diavolo il denaro.

Se finisse la vita.

Se finisse il valore ultimo dell’esistenza. Purtroppo è possibile, a causa dell’ignoranza, della stupidità umana. Senza considerare il caso, il fato, il destino.

Per noi il “tutto” da conservare riguarda la vita. Appunto. Ai tempi odierni nulla è così scontato. Di nuovo.

Ma se il “tutto” è unanimemente la vita stessa.. appunto, non ci sarebbe più niente da fare. La vita è tutto. E’ un grande problema.

Il pensiero precedente è considerare di ottenere e vivere una vita bella, con poca sofferenza. Scelta vincolante, non è banale. Il bivio. Non a tutti è concessa una vita spettacolare.

Quindi se una vita è minore non vale? Assolutamente no, è una divagazione.

E’ vero che una vita eccezionale vale di più di una vita scialba, per chi la vive in prima persona. Miseria. Lo spirito di conservazione soccorre la riflessione e non solo.

Alla fine del ragionamento, comunque, si potrà dire che comunque sia, ogni vita ha la dignità di essere salvata, vissuta.

Anche se fa schifo e si sta male, la vita ha i margini per essere migliorata. Ne siamo certi. E’ la verità.

Bisogna provarci fino alla fine, di tutto.

Quanto vale l’esistenza dei malvagi? Di coloro che falciano a caso o in modo mirato le vite altrui? Anche questo è un problema non da poco.

In ultima analisi però il problema ritorna all’inizio: se tutto finisse domani, non per causa nostra?

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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