Tom Bombadil

tombombadil

(…)

Con un filo di speranza, e con il timore di qualche nuovo pericolo, Frodo e Sam rimasero in piedi, immobili. D’un tratto, dopo tutta quella filza di parole assurde e prive di senso (o che parevano tali), la voce diventò forte e limpida ed intonò questa canzone:

Ehi doll! Vieni bel doll! Cara dol! Mio tesoro!

Il vento soffia leggero e la stella spunta d’oro

Laggiù ai piedi della Collina che brilla alla luce solare,

Sulla soglia aspetta il debole chiarore stellare,

La mia graziosa dama, figlia della Regina del Fiume,

Esile più di un salice, più limpida dell’acqua, più brillante di un lume,

Il vecchio Tom Bombadil ha colto dei gigli d’acqua,

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

Ehi! Vieni bel doll! Cara dol! Mio tesoro!

Boccador, Boccador, un’allegra bocca d’or!

Povero Vecchio Uomo Salice, hai nascosto le radici,

Ma Tom ha fretta adesso. La sera giungerà tosto.

Il vecchio Tom Bombadillo ha colto dei gigli d’acqua

E saltellando torna, e mai nel giorno tacque.

(pag. 165-166)

Frodo e Sam ascoltavano come fossero incantati. Il vento si calmò: le foglie pendevano di nuovo tranquille sui rami rigidi. Udirono un altro breve brano di canzone e poi all’improvviso apparve, saltellante e danzante sopra i rovi lungo il sentiero, un vecchio cappello malconcio con un cocuzzolo e una larga piuma blu infilata nella fascia. Con un altro salto e un altro balzo apparve alla vista un uomo, o comunque un personaggio che somigliava molto a un uomo. Era troppo grande e pesante per essere un Hobbit, anche se forse non alto quanto uno della Gente Alta; ma era tanto rumoroso, camminava goffo con i suoi stivaloni infilati alle grosse gambe e attraversava a passo di carica erbe e cespugli come una mucca che s’affretta all’abbeveratoio, che pareva proprio uno della Gente Alta. Aveva una lunga barba castana, e gli occhi azzurri e luminosi brillavano in un viso rosso come un pomodoro maturo, ma increspato da centinaia di rughe ridenti. Su una grande foglia, che teneva in mano come fosse un vassoio, eran disposti a mucchio candidi gigli.

“Aiuto!”, gridarono Frodo e Sam, correndogli incontro a mani tese.

“Ehi! Ehi! Fermi!”, esclamò il vecchio alzando una mano. Gli Hobbit si fermarono di colpo come paralizzati all’improvviso. “Ed ora, piccoli amici, dove state andando, ansimanti come mantici?

Cosa sta succedendo? Sapete chi sono? Sono Tom Bombadil. Ditemi cos’è che non va! Tom ha molta fretta adesso. Non mi schiacciate i gigli!”.

“I miei amici son intrappolati nel salice”, disse affannosamente Frodo.

“Mastro Merry è stritolato in una fessura!”, gridò Sam.

“Cosa?”, urlò Tom Bombadil saltando in aria. “Il vecchio Uomo Salice Grigio! Gli congelo il midollo se non si comporta come si deve. Canterò fin quando non gli avrò smembrato tutte le radici e il vento impetuoso gli avrà strappato di dosso foglie e rami! Vecchio Uomo Salice!”.

Posò amorosamente i suoi gigli per terra e corse all’albero, dove vide i piedi di Merry spuntare ancora dal fusto: il resto era inghiottito. Tom appoggiò le labbra sulla fessura e si mise a cantare con voce dolce e suadente. Non riuscivano a cogliere le parole, ma Merry evidentemente si svegliò e incominciò a tirar calci. Tom si allontanò con un balzo e, dopo aver staccato un ramo che pendeva vicino, colpì ripetutamente il fusto dell’albero. “Lasciali uscire immediatamente, Vecchio Uomo Salice!”, disse. “Che ti salta in testa? Non dovresti essere sveglio. Mangia la terra! Scava profondo! Sorseggia l’acqua! Dormi subito! Bombadil te lo ordina!”. Quindi afferrò i piedi di Merry e lo tirò fuori dalla fessura che si stava improvvisamente allargando.

Pubblicato da Il Sociale Pensa

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