Tom Bombadil

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(…)

Con uno strappo e uno schianto l’altra fessura si squarciò e Pipino ne fu catapultato fuori come da un calcio. Poi ambedue le fenditure si richiusero ermeticamente con un rumore secco. Un brivido attraversò la pianta dalle radici all’ultima foglia, seguito dal silenzio più assoluto.

“Grazie!”, esclamarono gli Hobbit uno dopo l’altro.

Tom Bombadil scoppiò a ridere. “Ebbene, miei piccoli amici!”, disse, curvandosi per guardarli bene in faccia. “Dovete venire a casa mia! La tavola è apparecchiata con crema gialla, miele dorato, pane bianco e burro. Baccador ci aspetta. Avremo tempo per le domande più tardi intorno alla tavola. Seguitemi camminando più presto che potete!”. Dicendo ciò raccolse i suoi gigli e, con un cenno della mano, partì lungo il sentiero verso est saltellando, danzando e cantando ancora forte le sue strofe balzane.

Troppo stupiti e sollevati per poter parlare, gli Hobbit si misero a seguirlo, ma le loro gambe erano corte per tenergli dietro, e Tom poco dopo sparì innanzi a loro mentre la sua voce andava man mano allontanandosi e indebolendosi. Ma, a un tratto, il suo canto parve tornare indietro sulle ali del vento come un richiamo.

(pag. 166-167)

Veloci, piccoli miei che il Sinusalice risalite!

Tom va già avanti e le candele accende.

Ad ovest cala il sole e la notte vi attende.

Giunta l’oscurità, la nostra porta aprite,

Dai vetri e le finestre la luce s’intravede,

Non temete i neri ontani ed i salici canuti!

Non temete rami e radici, ché Tom vi precede.

Veloci, venite, vi aspetterem seduti.

(pag. 168)

(…)

D’un tratto, un fiotto di luce dorata inondò la soglia di una porta apertasi all’improvviso. Sul colle, in fondo al sentiero, la casa di Tom Bombadil li aspettava. Al di là, una ripida scarpata grigia e brulla lasciava discernere a est, nel buio della notte, i contorni oscuri dei Tumulinande.

Hobbit e pony affrettarono il passo, già quasi dimentichi della stanchezza e della paura. Ehi! Vieni, bella dol! La canzone giunse alle loro orecchie come un benvenuto.

Ehi! Vieni, bella dol! Giunti son gli amici!

Hobbit! Cavallini! Siam tutti ora felici!

Viva i divertimento! Cantiamo tutti assieme!

Un’altra voce, limpida, giovane e antica come la Primavera, sgorgò simile a un ruscello d’argento: pareva la melodia dell’acqua che scorre gioiosa dai colli assolati giù nella pianura immersa nella notte.

Viva il divertimento! Cantiamo tutti assieme

Di sole, stelle, luna, nebbia, pioggia e speme,

Luce sul bocciolo, rugiada sulle piume,

Rovi sullo stagno ombroso, gigli sull’acqua che freme.

Vecchio Tom Bombadill, e la Figlia del Fiume!

Gli Hobbit giunsero sulla soglia inondata dalla luce dorata, mentre risuonavano le ultime note della canzone. (pag. 168-169)

Pubblicato da Il Sociale Pensa

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