Tom Bombadil

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(…)

Baccador augurò quindi loro la buonanotte, e li lasciò seduti lì accanto al camino. Ma ora Tom era sveglio ed arzillo, e li sommerse di domande.

Scoprirono che sapeva già molto di loro e delle loro famiglie, e persino della storia e degli eventi della Contea sin dai tempi che gli Hobbit stessi non ricordavano ormai più. Non se ne stupirono; ma egli rivelò come gran parte delle informazioni più recenti gli fossero state fornite dal vecchio Maggot, che egli pareva considerare persona molto più importante di quanto non avessero immaginato: “C’è terra solida sotto i suoi vecchi piedi, creta sulle sue dita, saggezza nelle sue ossa, e i suoi occhi sono ben aperti”. Era chiaro che Tom aveva rapporti con gli Elfi, e pareva che in qualche modo Gildor l’avesse informato della fuga di Frodo.

Tom sapeva tante cose, e le sue domande erano si astute, che Frodo gli raccontò sul conto di Bilbo e sulle proprie speranze ed angosce più di quanto non avesse mai detto allo stesso Gandalf. Tom annuiva, e quando gli sentì nominare i Cavalieri Neri una luce balenò nei suoi occhi.

“Mostrami il prezioso Anello!”, gli disse improvvisamente nel bel mezzo di un discorso; e Frodo, con sua enorme sorpresa, si tolse di tasca l’Anello e, sganciando la catenella, lo tese a Tom senza indugio.

Sulla sua grande mano scura parve ingrandirsi. Poi all’improvviso se lo mise all’occhio, e scoppiò a ridere. Per un attimo gli Hobbit videro l’immagine, comica e impressionante allo stesso tempo, del suo occhio blu intenso incorniciato da un cerchio d’oro. Quindi Tom infilò l’Anello alla punta del dito mignolo e lo accostò alla luce della candela. Da principio gli Hobbit non notarono niente di anormale, ma ad un tratto spalancarono stupefatti la bocca: Tom non accennava a scomparire.

Tom rise nuovamente, e poi fece roteare per aria l’Anello che, on un lampo svanì. Frodo lanciò un grido, ma Tom si chinò verso di lui, consegnandoglielo con un sorriso.

Frodo lo osservò da vicino e con una certa diffidenza, come chi avesse prestato un gioiello a un prestigiatore. L’Anello era lo stesso, o perlomeno era quello il suo aspetto e il peso: quell’Anello infatti era sempre parso a Frodo stranamente pesante. Ciò nonostante, qualcosa lo spingeva a volersene accertare. Era forse leggermente seccato con Tom che prendeva tanto alla leggera quel che persino Gandalf considerava estremamente importante e pericoloso. Aspettò che la conversazione riprendesse e, mentre Tom raccontava una storia assurda sui tassi e le loro strane abitudini, colse l’occasione e s’infilò al dito l’Anello.

Merry si voltò verso di lui per dirgli qualcosa e sussultò, frenando a mala pensa un esclamazione di stupore. Frodo si sentì in certo qual modo soddisfatto: doveva essere davvero il suo Anello se Merry guardava la sedia istupidito, senza riuscire evidentemente a vederlo. Si alzò e, silenziosamente, si allontanò dal camino dirigendosi verso la porta.

“Ehi tu”, gridò Tom, lanciandogli lo sguardo più penetrante dei suoi occhi luminosi. “Hei! Vieni qui, Frodo! Dove te ne stai andando? Tom Bombadil non è ancora diventato tanto cieco da non vederti. Togliti dell’anello d’oro! La tua mano sta molto meglio senza. Torna qui! Lascia perdere i giochetti e siediti accanto a me! Abbiamo ancora tante cose da dirci, e dobbiamo pensare a domattina. Tom vi deve insegnare la strada giusta e impedire che i vostri passi vadano vagando senza méta”.

(…)

Quindi insegnò loro una strofa da cantare l’indomani per scongiurare eventuali pericoli o difficoltà.

Oh Tom Bombadil, Tom Bombadillo!

Nell’acqua, bosco e colle, tra il salice e il giunchiglio,

Con fuoco, sole e luna, ascolta il mio richiamo!

Vieni, Tom Bombadil, del tuo aiuto abbisognamo!

Dopo che ebbero tutti cantato in coro questa strofa dietro a lui, Tom diede loro ridendo una manata sulla spalla, e prendendo le candele li condusse alla camera da letto.

(pag. 181-183)

Gli Hobbit useranno sul serio la strofa insegnata loro da Tom Bombadil, quando avranno di fronte uno Spettro dei Tumuli nella zona della Tumulilande. Il Vecchio Tom risponderà velocemente, salvando di nuovo i suoi piccoli amici.

(pag. 192-200)

“Il Signore degli anelli” – “Libro primo – La Compagnia dell’anello” Rusconi Milano, XXVIII edizione 1994, pag. 164-200

Pubblicato da Il Sociale Pensa

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