Unioni civili

Una piccola riflessione su un argomento troppo scomodo

 

unioni
famiglia

 

 

Che cos’è una priorità?

Il dizionario Garzanti della lingua italiana la definisce così: “1. L’essere anteriore, precedente nel tempo 2. L’avere un importanza, un urgenza, un valore superiore rispetto ad altro”.

Pertanto, una priorità è un tema, un argomento, una necessità che è più importante di altri. Quindi è un bisogno che assume precedenza, assoluta o relativa.

 

Quali sono le priorità attuali in Italia? Quali sono i bisogni che devono essere soddisfatti precedentemente ad altri, in Italia?

E’ facile rispondere, i bisogni che hanno precedenza sono: creare posti di lavoro, abbassare le tasse sul lavoro, fare una seria e concreta riforma delle pensioni, soccorrere gli “esodati”, creare politiche di aiuto ai poveri, sradicare e bruciare definitivamente la corruzione.

L’elenco non è completo, è vero, ma sono sicuro che nel grande panorama dei problemi italiani, quelli sopra siano davvero degni di stare in cima alle liste. Poi, possono essere inclusi altri bisogni, altri problemi, altri argomenti di dibattito.

In questi ultimi giorni, si fa un gran parlare di unioni civili e coppie di fatto, adozioni gay, e tanto altro ancora nello stesso panorama.

Sono venti anni che la politica prova ad infilare nelle discussioni parlamentari, proposte di legge atte a disciplinare la materia dei vincoli tra persone, parentali e affini. Sono venti anni che la politica prova a mettere le mani in questa materia, senza però giungere ad una soluzione.

 

Sarà un caso? No, non è un caso, perché:

1) la materia è complessa e in Parlamento pare che non ci siano persone capaci di affrontarla

2) la materia va a toccare nervi scoperti di una parte considerevole della società italiana

3) ogni volta questa materia viene tirata fuori dal cilindro politico quando le priorità sono altre.

La dirigenza politica non è in grado di risollevare il Paese dalle macerie della crisi economica, che dal 2008 ha infettato tutto l’Occidente. Adesso, per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica, la dirigenza politica da in pasto alla stampa il disegno di legge sulle unioni civili.

 

Cosa sono le unioni civili?

“Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza fra due persone, legate da vincoli affettivi ed economici, che non accedono volontariamente all’istituto giuridico del matrimonio, o che sono impossibilitate a contrarlo, alle quali gli ordinamenti giuridici abbiano dato rilevanza o alle quali abbiano riconosciuto uno status giuridico.”

Questa è la definizione riportata su Wikipedia

Un altra definizione può essere contemplata qui

La proposta di legge sulle unioni civili, dell’attuale Governo, porta il nome della sua prima firmataria, tale Monica Cirinnà. La legge inserisce nel diritto di famiglia, un istituto specifico per le coppie omosessuali, diverso dal matrimonio, ma che si può equiparare ad esso, per diritti e doveri.

La proposta di Legge Cirinnà

 

Considerazioni

Anche in queste poche righe, si può capire che la materia sia complicata e molto “scomoda”, da ogni parte la si guardi.

Vorremmo porre l’accento e sottolineare pochi punti, che ritengo importanti:

1) impantanarsi ora in questa materia delle unioni civili, che non è assolutamente prioritaria per le sorti del Paese, è come dare un ceffone in faccia a tutti i disoccupati, agli esodati, ai poveri relativi e assoluti, che aspettano da lungo tempo;

2) nessuno considera le coppie eterosessuali che convivono, senza essere regolarmente sposate, hanno figli e percepiscono più diritti e rispondono a meno doveri delle coppie regolarmente sposate, per esempio sulle rette degli asili nido e simili;

3) il solito nessuno considera inoltre il giochino sulla dichiarazione ISEE che fanno certe persone. Costoro candidamente affermano di occultare beni e denari per abbassare la soglia del reddito, ottenendo così l’accesso agevolato ai servizi locali, che altrimenti dovrebbero pagare e tanto;

4) si dovrebbero riconoscere alle famiglie regolarmente sposate un migliore ed economico accesso agli asili nido, oltre che concedere seri sgravi fiscali a favore dei figli.

Io sono a favore dei diritti degli omosessuali, ma qui la questione è che si sta facendo un gran polverone, senza arrivare a nulla di serio.

 

AGGIORNAMENTO 12 MAGGIO 2016

Mercoledì 11 maggio 2016, la Camera dei Deputati ha approvato a larga maggioranza il testo sulle unioni civili. E’ stata eliminata dal testo base di tre mesi fa la possibilità di adottare il figlio del “partner” (stepchild adoption), è stata stralciata anche la norma sulla fedeltà del coniuge e sulla monogamia.

Tutti gli elementi si possono valutare qui:

ANSA

Corriere della Sera

Sono partite immediatamente le proteste delle opposizioni di centro destra (tranne la parte alleata al Governo di Sinistra) e delle rappresentanze delle associazioni cattoliche, compresa quella del “Family day”.

La Repubblica

Confermiamo in queste righe ciò che è stato espresso all’inizio dell’articolo. La Politica non ha ascoltato per intero le istanze di buona parte della Società Civile, che era contraria alla Legge Cirinnà. Forse è stata una “battaglia ideologica”, come alcuni politici amano dichiarare, forse è stato un modo per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai veri problemi urgenti del Paese.

Il risultato tangibile è che si è allargata la divisione all’interno del Paese, tra chi ha spinto fortemente per l’approvazione della legge sulle unioni civili e chi invece si è battuto civilmente per la sua non approvazione.

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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Una risposta a “Unioni civili”

  1. Sarebbe interessante notare anche che tutti parlano di diritti ma nessuno pensa che a un diritto di tizio corrisponde poi il dovere di caio…che effetto farebbe invece parlare dei doveri degli omosessuali, sbandierarli in piazza? Saremo forse tacciati di omofobia?
    Difatto, è originale anche l’asserimento del fatto che sia necessario un istituto giuridico per completare un rapporto di coppia soprattutto in un periodo culturale nel quale c’è una fuga dall’istituto del matrimonio, che ha perso valenza sociale oltre ad esser divenuto economicamente sconveniente.
    La direzione presa dalle politiche degli ultimi decenni, a partire dall’introduzione del divorzio nell’istituto giuridico è stata quella di indebolire la forza del vincolo familiare, oggi di fatto divenuto qualcosa di molto labile fino a giungere a numerosissimi casi di famiglie inesistenti. Dimenticando che la famiglia è il primo mattone della società, il primo appoggio di ognuno di noi, la nostra intima forza ed il primo luogo di realizzazione e responsabilizzazione. Famiglia debole significa perciò individui deboli, e anteporre il diritto del singolo al diritto della società (della quale la famiglia è il primo esempio) significa perdere di vista il significato della vita e togliere il riferimento alle giovani generazioni, con tutto ciò che ne consegue.

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