Comunicazione snob

SNOB

La posizione sociale fornisce strumenti di supposta superiorità snob

 

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La comunicazione snob è manifestazione di superiorità

 

 

 

Introduzione

In questo contributo proseguiamo la riflessione intrapresa negli articoli “L’indifferenza sociale ponderata” e “La comunicazione artefatta”.

 

 

Una prospettiva relazionale

Dietro al paravento del sociale, le persone si muovono usando una comunicazione distaccata, superficiale. Si tratta di uno schema interattivo specifico, che ha come primo risultato il minore coinvolgimento possibile, e come secondo fine l’esclusione di una parte del pubblico dalle proprie relazioni.

Il modello domanda-risposta viene deviato o distorto a piacimento dei partecipanti alla comunicazione, disattendendo la risposta. “Ignorare l’altro”, “fare finta di non avere sentito”, trovare scuse varie sono solo alcune delle soluzioni per sottrarsi all’interazione.

Nello specifico, l’uso delle tecnologie informatiche moderne (SMS, e-mail) permette alle persone di trovare altre scuse per non rispondere: “non ho mai ricevuto il messaggio”, “c’è stato un problema di sistema”, “il mio smartphone era in tilt”, “ho ravvisato un guasto alla linea”, “ero momentaneamente ‘off-line’ ”. Queste e altre scappatoie formali rappresentano vie d’uscita molto umane di fronte all’invadenza della comunicazione tecnologica, ma soprattutto verso le relazioni sociali.

Quegli espedienti sono, talvolta, utilizzati in maniera massiccia e senza freni inibitori, diventando così modalità incivili di fronte all’interlocutore, allo stesso modo del silenzio introdotto durante una conversazione reale faccia a faccia. Nell’ambiente di lavoro, la convivenza può prendere delle pieghe fastidiose.

In un contesto di interazione genuino, onesto, reale, certi espedienti non potrebbero essere tollerati senza terminare in uno scontro.

 

Parlare alle persone in modo commerciale

Il sociale e le interazioni create al suo interno hanno caratteristiche di generalizzazione, di intercambiabilità, di scambio più o meno commerciale.

Tutto ciò che riguarda il sociale riduce a considerare gli interlocutori non come specifiche entità individuali bensì come soggetti/oggetti intercambiabili, al pari delle merci. Considerando questi elementi, proponiamo di osservare una certa comunicazione come tipicamente generalizzata.

Numerose volte abbiamo osservato talune persone usare quella comunicazione sociale generalizzata, per sottrarsi a un impegno, evitare il coinvolgimento, trattare l’interlocutore come inferiore.

 

Comunicazione snob

Trattare le persone (interlocutori/interlocutrici) con sufficienza, con distacco, facendo loro intendere di essere inferiori (socialmente o peggio sostanzialmente), rimanda alla modalità tipica dello snob.

Si dice di chi, per esagerato rispetto della posizione sociale, ostenta raffinatezza, cercando di assumere atteggiamenti attribuiti a ceti superiori e di distinguersi e staccarsi da quanti considerati inferiori” (Dizionario Garzanti della Lingua Italiana, 1981).

 

Deriva neo borghese

Appartenere a una classe sociale elevata, come poteva essere la nobiltà tra il ‘700 e l’800 (i cosiddetti “ceti”), richiedeva una demarcazione rispetto agli altri, in particolare verso le persone che occupavano gradi sociali inferiori. Lo stesso può essere osservato nel sistema delle caste esistente nella società indiana (A. Giddens, “Sociologia”, Il Mulino, Bologna, 1994, pag. 218-220).

Attualmente, il ceto dei nobili non ha più alcuna rilevanza sociale, né in generale né nello specifico, fatta salva la conservazione di un cospicuo patrimonio mobiliare e/o immobiliare di famiglia. I privilegi di un tempo sono stati persi, abbondantemente prima dell’avvento della odierna globalizzazione.

Il sistema di classe si fonda su raggruppamenti di persone che condividono risorse economiche simili, correlate al prestigio che tale possesso fornisce. Al vertice abbiamo la classe superiore, dirigenziale e decisionale; al centro la classe media dei professionisti e degli impiegati; infine la classe lavoratrice manuale tradizionale (Ibidem, pag. 221).

La classe borghese lavoratrice, artigiana, specializzata, ha occupato ogni ambiente sociale, sebbene tutto e niente possa ora dirsi borghese. Forse vent’anni fa, vestire in borghese era ancora l’antitesi del vestire in uniforme, specie militare. Ma nulla di più.

 

Gli “altolocati”

All’interno di quella, che potremmo chiamare la galassia borghese, esistono gruppi sociali che tendono a considerarsi più in alto di altri, più importanti, con più prestigio.

Si tratta degli appartenenti ad alcune schiere di professionisti, come avvocati, giudici, commercialisti, professori universitari, psicologi e medici, dirigenti. Riteniamo che i politici siano da includere in un insieme a parte, poiché essi possono vantare un potere e un’influenza decisamente più pressante dei professionisti in genere.

Ci preme evidenziare che stiamo parlando di alcuni esponenti, non di tutti i componenti delle diverse categorie professionali e sociali.

Seppure con questa precisazione, abbiamo osservato un buon livello di snobismo entro quelle categorie.

 

Ostentare il proprio status

Il tipo snob ama mettere in mostra il proprio status, vale a dire che sottolinea costantemente il proprio prestigio sociale (Ibidem, pag. 110, 224). La posizione in ambiente professionale, di conoscenze, di relazioni è evidenziata in maniera tenace dal tipo snob. “…lo status dipende dalle valutazioni soggettive delle differenze sociali espresse dagli individui. (…) lo status è associato ai diversi stili di vita dei gruppi” (Ibidem, pag. 224).

 

 

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Famosi personaggi snob internazionali

 

 

Parla lo snob

Prestigio economico, di posizione, di conoscenze, di potere caratterizzano il tipo di persona identificabile come snob, il quale manifesta la propria superiorità sociale attraverso la comunicazione. Potremmo dire che lo snob si atteggia e si comporta come un nobile dei secoli passati.

Il soggetto snob convoglia la comunicazione entro un rigido schema, nel quale non assicura spazio di libertà al suo interlocutore.

Il primo approccio si rivela essere l’indifferenza assoluta, se davanti a sé si trova una persona che reputa insignificante. In secondo luogo, lo snob vincola il suo interlocutore in una gabbia comunicativa, schiacciandolo in uno status di dichiarata inferiorità (sociale o sostanziale).

Abbiamo osservato che lo snob tende a non rispondere direttamente alle domande; se però l’interlocutore riesce a fare breccia nel muro di indifferenza dello snob, questi preferisce deviare la comunicazione facendo lui le domande. Usa i silenzi come strumenti ponderati, si trincera dietro alle regoli sociali più stringenti per evitare coinvolgimenti e/o di fornire risposte rischiose.

Egli esclude coscientemente dalla propria cerchia chi reputa non alla sua altezza.

Quelle che erano le buone maniere nei dialoghi sono deviate a proprio vantaggio, soprattutto grazie alle nuove tecnologie: non rispondere al telefono senza nemmeno giustificarsi o accampando scuse fantasiose, non rispondere ai messaggi. Dal vivo, lo snob usa le tecniche di comunicazione descritte come l’evitamento, l’indifferenza, la non curanza (“L’indifferenza sociale ponderata”).

 

 

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Rifiutare la comunicazione può essere snob

 

 

Mettere in difficoltà l’interlocutore

Lo snob puro tende a mettere in difficoltà il proprio interlocutore, già a partire del presupposto della sua sottintesa superiorità. La distanza è mantenuta ostentando titoli come “dottore”, “dottoressa”, “avvocato”, “professore”; un tempo certi notabili si facevano chiamare “commendatore” oppure “eccellenza”, altrimenti “NH” (acronimo di nobiluomo).

La comunicazione dello snob non è improntata alla sincerità, bensì si caratterizza per la recitazione ad ampio raggio. Egli crea un’immagine di sé a partire dalla propria rappresentazione che fornisce agli altri (ne abbiamo fornito un’introduzione nel nostro contributo dal titolo “La comunicazione artefatta).

Il tipo snob vive di apparenze sociali, che usa per incutere una certa soggezione nei suoi interlocutori. Alcuni medici e dentisti sono l’emblema della soggezione, lo stesso possiamo dire di alcuni avvocati, non dimentichiamo certi dirigenti (ufficio risorse umane) i quali si rivolgono a coloro che considerano inferiori con atteggiamenti affettati, altezzosi, di sufficienza, arroganti, anche minacciosi.

Chi non ha mai affrontato un operatore altezzoso presso uno sportello/ufficio pubblico? Che magari per darsi importanza non rende agevole l’operazione burocratica?

 

Da snob a cafone

A causa del suo atteggiamento arrogante, il personaggio snob può essere avvertito facilmente come un maleducato: sentendosi superiore al suo interlocutore, è facile che si arroghi il diritto (presunto) di andare oltre a ciò che normalmente è tollerato nei rapporti sociali.

Il giornalista britannico Danny Wallace ha scritto: “La maleducazione è una delle forme più pure dei giochi di potere; è un modo efficace per controllare una situazione, affermando la propria superiorità e dimostrando agli altri quanto si sia speciali” (2018).

Lo snob si sente superiore grazie alla sua posizione economica e sociale, la quale gli può fornire un certo potere. Il cerchio si chiude quando il soggetto snob sdogana la propria maleducazione come strumento per conservare e magari consolidare la propria posizione. Abitualmente lo snob non saluta, ma nemmeno risponde al saluto.

 

 

Snob, potere e maleducazione

Danny Wallace ha raccolto alcune ricerche socio psicologiche (2018), in merito al rapporto intercorrente tra posizione di status elevato, potere e maleducazione espressa.

Potere e status elevato sono correlati, essere benestanti pare proprio che ponga le persone (non tutte è bene sottolinearlo) a comportarsi in modo egoista e maleducato.

Chi detiene il potere si vede come ‘altro’ rispetto al gruppo. Loro sono individui. E noi, invece? Noi siamo solo un gruppo”.

In base a un esperimento realizzato a San Francisco, condotto dagli psicologi della University of California presso Berkeley, è stato appurato che nel 45% dei casi i conducenti di auto snob ignoravano i pedoni in attesa sulle strisce pedonali, mentre ben il 30% della stessa categoria di conducenti non rispettava lo stop all’incrocio.

Altri studi successivi hanno permesso di incrociare dei dati interessanti in materia, giungendo a concludere che le persone appartenenti a ceti con status elevato (il nostro tipo snob) infrangevano le regole e le leggi molto più frequentemente rispetto alle persone di livello sociale inferiore: comprendendo nel conteggio furti e imbrogli.

Gli studiosi hanno aggiunto che i ricchi, i potenti, gli snob sono più inclini alla maleducazione e alla prevaricazione verso gli altri poiché, aggiungiamo noi, li considerano inferiori e meno importanti di sé stessi.

 

 

Essere snob è uno stato individuale

Atteggiarsi a snob è coerente con il proprio stato psichico, individuale, secondo le nostre osservazioni non è tuttavia uno stato generalizzabile. “Fare lo snob” risulta coerente con il proprio prestigio sociale, con la propria posizione professionale e di benessere economico.

Il tipo snob si carica di molta importanza. Se volessimo usare termini desueti, potremmo benissimo affermare che il tipico snob non è umile, è relativamente esaltato, probabilmente un immorale.

 

 

Riferimenti bibliografici

Coloro che desiderano avere i riferimenti bibliografici, sui cui sono basate le riflessioni in questo contributo, sono pregati di mandare una richiesta scritta utilizzando il modulo dei contatti. Grazie.

 

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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