Gogol e i suoi sogni
Appena giunto versò alcune gocce in un bicchiere d’acqua e, dopo averlo inghiottito, crollò sul letto.
Dio, che gioia! Lei! Di nuovo lei! Ma già sotto un aspetto completamente diverso. Oh, come se ne sta seduta carina presso la finestra di una luminosa casetta di campagna! Il suo abbigliamento spira una tale semplicità che solo la mente di un poeta può esprimere. L’acconciatura della testa.. Dio, com’è semplice questa acconciatura e come le sta bene! La corta treccia è gettata con leggerezza sul suo collo armonioso; in lei tutto è modesto, eppure intriso di un gusto segreto e ineffabile. Com’è grazioso il suo gentile portamento! Com’è musicale il fruscio dei suoi passi e dell’abito così semplice! Com’è bello il suo braccio stretto da un braccialetto di crine! Lei gli dice con una lacrima negli occhi: “Non disprezzatemi: non sono affatto quella che voi credete. Guardatemi, guardatemi più attentamente e dite: sono forse capace di fare quello che voi pensate?” (…) Ma si svegliò, commosso, straziato, con le lacrime agli occhi.
“Meglio se tu non fossi mai esistita! Se non fossi al mondo e fossi la creazione di un artista ispirato! Io non mi allontanerei dalla tela, ti guarderei eternamente e ti bacerei. Vivrei e respirerei con te, come un sogno bellissimo, e allora sarei felice. Non andrei più in là con il desiderio. Ti invocherei come l’angelo custode prima del sonno e al momento del risveglio, e ti attenderei ogni volta che mi accadesse di raffigurare il divino e il sacro. Ma ora.. Che vita terribile! (…) Dio, che vita la nostra, un eterno dissidio tra sogno e realtà!“
Gogol’ “La Prospettiva Nevskij” da “I racconti di Pietroburgo”, ed. Mondadori pag. 41
Il povero pittore russo Piskarev parla d’amore con le parole che gli dona Gogol, crea un orizzonte di sentimenti tra i più strazianti ed eterei. Ridotto alla fame e all’uso di oppio per combattere l’insonnia, il pittore si cimenta in una maratona onirica folle all’inseguimento della splendida ragazza conosciuta tempo prima, ma che non potrà mai ricambiare i suoi sentimenti se non appunto in sogno.