Che cos’è l’Islamismo.
Decifriamo il termine e definiamo la sua linea di pensiero e dove vuole dirigersi.
Origine dell’islamismo
La parola “islamismo” è nata in Francia per definire l’ala politica dei praticanti la religione musulmana. L’islamismo riassume l’intera questione politica collegata all’immigrazione islamica in Europa e di seguito in Occidente. Il dibattito è riferito alla semantica della parola, che è talvolta ricondotta nel complesso alla religione islamica, oppure a una sola sua frangia.
L’Islam è una religione onnicomprensiva, ingloba nel suo panorama la spiritualità ma anche la società, gli usi, i costumi, il diritto, la politica. L’Islam è pratica religiosa ma anche Stato Nazione, perciò politica e legislazione. Non esiste separazione tra lo Stato (laico) e la religione (R. Guolo, “L’Islam è compatibile con la democrazia?”, Laterza, Roma-Bari, 2007, pag. 59, 77).
Complessità intrinseca
Il termine islamismo esprime in sé una grande complessità filosofica, intrecciata alla parte gestionale e giuridica dello stato. La sua grande complessità comprende anche le diverse interpretazioni che i diversi gruppi etnici musulmani comunicano.
Possiamo dire, in sintesi, che l’islamismo è l’insieme di tutte le politiche con l’obiettivo di espandere, socialmente e territorialmente, la sfera d’influenza e controllo dell’Islam, ovunque nel mondo.
Sostenitori e loro obiettivi
Colui che sostiene l’islamismo è detto “islamista”, ossia un fedele musulmano che “integralmente” segue l’ideologia di affermazione politica e sociale dell’Islam in tutti i territori conquistati, o prossimi alla conquista. L’islamista persegue l’autodeterminazione del popolo islamico e il suo ingrandimento.
Di fatto, è questo l’obiettivo politico dell’ideologia islamista: portare alla conquista di sempre più territori alla causa dell’Islam (islamizzazione sociale del territorio) (R. Guolo, “Il partito di Dio – L’Islam radicale contro l’Occidente”, Guerini & Associati, MIlano, 1994, pag. 128).
Come per l’immigrazionismo, anche l’islamismo ha i suoi sostenitori in terra straniera (occidentale): si tratta dei cittadini (europei, americani, eccetera) favorevoli all’entrata illimitata di flussi migratori dal mondo arabo-islamico. La politica di sinistra, coadiuvata da una parte degli intellettuali, preme sull’opinione pubblica affinché si liberi dalla paura (la cosiddetta “islamofobia”) e accolga liberamente gli immigrati di fede islamica.
Pretesa accoglienza illimitata
I supposti motivi per acconsentire all’accoglienza illimitata sono molteplici, ricordiamo soprattutto quelli della “teoria terzomondista” secondo la quale il mondo arabo è come lo vediamo a causa della cupidigia occidentale.
- Compassione per i poveri;
- Quei poveri (colonizzati dagli occidentali) hanno maturato il diritto all’accoglienza, poiché i loro parenti e antenati sono stati oppressi dalle nazioni occidentali (Regno Unito, Francia, Stati Uniti);
- Per la proprietà transitiva l’Islam è la religione dei poveri;
- Stigmatizzazione della (sporca) ricchezza occidentale;
- Dovere morale inderogabile del cristiano di ospitare senza limiti.
Il “terzomondismo” e le sue vicende
Migranti, profughi e presunti tali
In un contesto intricato come quello attuale, è seriamente difficile distinguere i profughi dai migranti economici, perché gli uni si mescolano agli altri, mistificando il motivo del proprio viaggio in Europa. Con il timore (fondato) di essere rimandati indietro, praticamente tutti ora si dichiarano profughi da una qualsiasi guerra.
Rifugiati e migranti economici
Le “primavere arabe” e la guerra civile in Siria hanno esacerbato il dibattito politico occidentale di fronte all’accoglienza o no di milioni di profughi da quelle aree in conflitto. La discussione si infiamma ulteriormente quando si considera che tra i profughi si potrebbero nascondere (o si sono nascosti) decine di miliziani dell’ISIS (Daesh) pronti al martirio contro l’Occidente.
Collaborazione anti occidentale
Islamisti e immigrazionisti in Occidente sono uniti dalle stesse vedute: superamento della sovranità nazionale, deroga al diritto dello stato in materia di cittadinanza e protezione dei confini nazionali, progressiva destrutturazione dell’identità nazionale secolare dominante, dissolvimento delle radici cristiane.
I punti dell’ideologia terzomondista, fatte proprie dall’islamismo e dall’immigrazionismo, sono divulgate con capillare impegno soprattutto da alcune categorie di attivisti, in particolare politici, dirigenti ed ecclesiastici. Stiamo parlando di alcune categorie, non possiamo generalizzare quell’attività propagandistica all’intero panorama politico ed ecclesiastico.
Islamismo e comunicazione di massa
Partendo dal vertice, per mezzo degli organi di stampa e di comunicazione, il messaggio ideologico immigrazionista e islamista è divulgato insistentemente fino agli strati più bassi della popolazione. Il contenuto del messaggio è chiaro ed essenziale: “l’arrivo dei migranti (soprattutto islamici) è un bene per la società, perché migliora l’economia e fa bene al morale” (Taguieff 2006) (A. Carosa, G. Vignelli “L’invasione silenziosa”, Il Minotauro, Roma, 2002, pag. 100).
L’islamismo mira oggettivamente all’espansione coloniale in territori occidentali, perché vuole distruggerne le spinte moderniste, secolarizzatrici, corruttive (R. Guolo, “L’Islam è compatibile con la democrazia?”, Laterza, Roma-Bari, 2007, pag. 12-13, 96-98).
Si alimenta con risorse provenienti dai grandi stati arabi medio orientali (come per il finanziamento delle moschee), trae beneficio dall’indifferenza nei suoi confronti dei cittadini europei e americani e dalle simpatie dei “terzomondisti”.
Islamizzazione
Il raggiungimento del potere politico a vantaggio dell’Islam non è una rappresentazione utopistica, ma delineata in modo chiaro e scrupoloso. In particolare, l’islamismo rilegge in chiave attuale gli esempi classici delle gesta espansionistiche del Profeta, aspirando a ritornare a quella comunità originaria (A. Bausani, “L’Islam”, Garzanti, Milano, 1995, pag. 144-149; R. Guolo, “Il partito di Dio – L’Islam radicale contro l’Occidente”, Guerini & Associati, Milano, 1994, pag. 22).
Approfondimenti
Christopher Caldwell, “L’ultima rivoluzione dell’Europa – L’immigrazione, l’Islam e l’Occidente”, Garzanti, MIlano, 2009
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