Il “matto” che sistema le cose

il matto

Sempre più persone ritengono che abbiamo bisogno di un personaggio forte, che risollevi le sorti del Paese.

 

 

Il Matto
Il Matto

 

Il “matto

Tempo fa, non era poi così difficile né raro, sentire per strada qualche vecchietto parlare della necessità di un “matto” (non meglio specificato) che sistemasse le cose. Anche di questi tempi, abbiamo sentito più di una volta ricorrere quel discorso: c’è bisogno di un “matto” che sistemi le cose, in questo mondo che non va.

Sistemare le cose significa mettere ordine, imporre le leggi, eliminare il “malaffare”, togliere la delinquenza dalle strade, migliorare l’economia.

Ma chi è in fondo il “matto”?

Il matto risponde alla figura immaginaria e concreta di una persona di polso, con le idee chiare, che non si faccia influenzare dalle pieghe malsane della politica tradizionale, che vada dritto sulla strada del rigore. Matto perché le persone normali non si sognerebbero di intraprendere un cammino di pulizia tanto profondo.

Ognuno ha in testa varie identità di quel “matto” così bravo. Per alcuni è Stalin, per altri Lenin, per altri ancora Hitler, Mussolini, poi Che Guevara, Fidel Castro, Pinochet, Ceausescu, la Tatcher, Helmut Kohl, eccetera. Pare che tutti abbiano ben presente un personaggio storico molto gradito, che ha dimostrato idee chiare, polso duro, nessun compromesso, nessuna paura.

La storia insegna ma la gente pensa come vuole. Ogni periodo storico, seppure con le sue incongruenze e difficoltà, ha lasciato la memoria di personaggi capaci di cambiare le cose.

Anche il periodo contemporaneo ha i suoi candidati, sulla bocca di tutti.

 

Il “matto” nel terzo millennio

Nel terzo millennio dilagano la crisi economica, la corruzione, la malavita, comportamenti scorretti, c’è pure l’imminente pericolo di un invasione migratoria. In Occidente e in Europa, i leader politici non hanno dimostrato capacità di governo e di gestione degli eventi infausti. Altrove, invece, sono saliti alla ribalta personaggi dai metodi sbrigativi e dalla speciale capacità comunicativa.

 

Filippine

 

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Il Presidente Duterte

 

Iniziamo una brevissima carrellata dal presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, che ha fatto della lotta al crimine una bandiera. La sua modalità comunicativa è politicamene scorretta, usa spesso parolacce, ha insultato apertamente l’ormai ex presidente Obama, rischiando di creare un caso diplomatico serio. Alla gente del suo paese piace, perché ha dimostrato di essere senza compromessi di fronte ai criminali e ai “cattivi”. Su certa stampa occidentale è stato additato come “matto” da legare.

 

Russia

Passiamo quindi all’asso della politica russa, Vladimir Putin. Ha dimostrato di avere grande senso dello stato, capacità manageriale, abilità strategiche e intelligenza diplomatica. Ha usato il pugno di ferro contro il terrorismo interno, fermezza nei rapporti con gli Stati limitrofi. Durante le crisi ucraina e turca ha dimostrato sangue freddo e ottima capacità di risposta. Il suo passato di ufficiale del servizio segreto sovietico (KGB) pare non deponga a suo favore, così come le accuse di implicazione negli omicidi di stato (giornalisti, dissidenti, agenti). Ad ogni modo, la sua popolarità in patria pare essere molto alta, all’estero molti capi di Stato lo temono. Anche Putin può essere annoverato tra i grandi “matti” che hanno sistemato alcune cose nel loro Paese.

 

Putin
Il Presidente Putin

 

Molte volte abbiamo sentito la frase (o sue declinazioni): “in Italia ci vorrebbe uno come Putin per sistemare le cose”.

 

Stati Uniti d’America

E’ affare di pochi giorni e un altro cosiddetto “matto” entrerà in gioco, stiamo introducendo l’argomento Trump. La sua campagna elettorale è stata feroce, verbalmente scorretta, ha insultato minoranze etniche, disabili e donne. Ha promesso la chiusura dei confini USA, l’espulsione degli arabi musulmani, l’eliminazione fisica dei terroristi; ha promesso misure forti per risollevare l’economia di mercato statunitense, grandi tasse per le aziende infedeli, la lotta al crimine. I suoi scheletri nell’armadio sono imminenti, così come il dubbio rapporto con la Russia di Putin. Il suo mandato politico si apre con molte ombre, con molti interrogativi, con tantissime proteste. Negli USA, tutti i cosiddetti “radical chic” sono contro di lui (Hollywood lo osteggia e lo attacca frontalmente). In Europa, la sinistra lo odia e ne ha molta paura.

Nonostante questa nebulosa di fatti e misfatti, Trump piace ai mercati, ai Grandi Elettori americani, ai commentatori, a certi analisti, ad una parte consistente della politica europea e ovviamente a molti suoi concittadini. Trump piace perché dimostra fegato, polso fermo, idee chiare, dimostra di non avere paura di niente.

Non sappiamo cosa riuscirà a fare, se opererà bene per il suo Paese e per il Mondo. Non sappiamo se combinerà dei guai come i Bush, oppure se raggiungerà i risultati promessi.

Anche Trump è, di diritto, nel cerchio ristretto di quei “matti” che si sentono chiamare in causa, per risollevare le sorti di un mondo occidentale malato di corruzione e ingiustizia.

 

Italia

E in Italia? Nel nostro Paese la situazione è imbarazzante. Anche noi avremmo bisogno di un personaggio di polso (un vero “matto”), senza paura, ma onesto che si prendesse la responsabilità di fare e non rubare.

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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