Un giorno nella stazione di Rimini

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L’ambiente della stazione ferroviaria di Rimini e la vita nei suoi spazi

 

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La vita nella stazione ferroviaria

 

 

Il Sociale in viaggio

Abbiamo scelto la tratta ferroviaria Bologna – Rimini, per seguire uno dei tragitti più popolari dell’estate italiana.

Siamo entrati nelle stazioni ferroviarie, per osservare la vita che si svolge al loro interno.

 

15 giugno 2018 – La stazione di partenza

Avvicinandoci alla stazione, aumentano gli edifici chiusi, sfitti, degradati. La desertificazione urbana prosegue senza grandi opposizioni di fatto. Alcuni esercizi commerciali storici hanno chiuso (il negozio di fotografo), per essere poi sostituiti da quelli gestiti da immigrati stranieri (maghrebini, arabi).

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Abbiamo osservato assembramenti di immigrati africani non in partenza, che ci forniscono elementi utili per ragionare sul luogo della stazione ferroviaria come area naturale. Anche gli spazi esterni alla stazione ospitano immigrati stranieri, che passano lì la giornata; il loro numero aumenta nel pomeriggio e in particolare nella giornata di sabato.

 

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In altri spazi precisi, si riuniscono persone autoctone che manifestano un’apparente marginalità sociale. Li abbiamo osservati, in più occasioni, passare il tempo chiacchierando e bevendo bottiglie di birra.

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15 giugno 2018 –  Stazione di Rimini

 

Sono numerosi i giovani studenti che salgono e scendono dai treni in partenza e in arrivo.

Partiamo la mattina dopo le ore nove, il treno è quasi pieno, la seconda classe ha pochissimi posti liberi; la prima classe è praticamente vuota.

Abbiamo passeggiato in mezzo a tre carrozze, su cui sedevano giovani studenti con libri aperti, famiglie con giovanissimi al seguito, pensionati, immigrati stranieri. Del controllore nessuna traccia.

 

Dentro la stazione

Arriviamo in stazione a Rimini e iniziamo la nostra osservazione, scattiamo fotografie a corredo. C’è grande affollamento fuori e dentro la stazione, molti turisti italiani e stranieri girano avanti e indietro riempiendo tutti gli spazi, dall’atrio alla biglietteria, comprese le banchine dei binari. I cittadini dell’Europa Orientale si riconoscono grazie alla loro lingua, altrimenti passerebbero perfettamente inosservati. Gli immigrati africani si raccolgono in grandi gruppi fuori dalla stazione, sul marciapiede all’altro lato della strada. Un folto gruppo chiacchiera fuori dal negozio “Rimini Bangla”.

 

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Esercizi commerciali di immigrati extracomunitari

 

Fuori dalla stazione

Negli spazi limitrofi, notiamo altri gruppi di immigrati africani, seduti sui piccoli muretti a ridosso del marciapiede, i loro sguardi non sono amichevoli, a causa della nostra fotocamera. Ipotizziamo che desiderino passare inosservati, che cerchino di evitare ogni visibilità; tuttavia ciò risulterebbe comunque molto difficile in un ambiente urbano ampiamente visibile da ogni lato della strada.

 

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Andiamo ancora avanti, notiamo molti negozi chiusi, sfitti, edifici che richiederebbero una seria ristrutturazione. Il giardino pubblico, di fianco alla linea ferroviaria, rafforza la nostra ipotesi di desertificazione urbana: altri negozi chiusi, fatiscenti, abbandonati, uno in rumorosa ristrutturazione. Animano il giardino un paio di bambini piccoli, i loro accompagnatori e, naturalmente, qualche immigrato africano.

 

 

Pattuglie della Polizia di Stato controllano l’intera area della Stazione ferroviaria, fino alle banchine dell’autobus davanti all’ingresso principale. Alla sinistra dell’area autobus, abbiamo notato un gruppetto di tre uomini italiani, apparentemente in condizioni di marginalità sociale, intenti a bere birra.

 

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Apparente marginalità sociale presso la stazione di Rimini

 

Nello spazio oltre le banchine, dalla strada principale in poi, troviamo almeno due auto della Polizia Municipale, una delle quali è parcheggiata davanti al negozio di souvenir e altra chincaglieria gestito da cittadini arabi.

 

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Negozio di ‘souvenir’ di cittadini arabi, fuori dalla stazione di Rimini

 

Completiamo il giro e ritorniamo dentro alla stazione

La sala d’attesa interna si snoda nel corridoio di collegamento tra l’atrio d’ingresso principale e la sala della biglietteria. E’ chiusa al pubblico dalla mezzanotte alle cinque del mattino, non abbiamo però trovato il cartello con le regole di accesso, vale a dire solo con il possesso di regolare biglietto di viaggio, così come recita l’art. 4 della Normativa del Servizio Interno (TrenItalia).

 

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Modalità di accesso alla sala d’aspetto, della stazione di Rimini

 

La sala d’attesa interna possiede le famose (o famigerate) panchine “antibarbone”, con le sbarrette di ferro intermedie a funzione di bracciolo, che impediscono a chiunque di stendersi sopra per dormire. Invece sulle banchine esterne presso i binari, abbiamo notato delle normali panchine.

 

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Le panchine ‘anti barbone’

 

Gli irregolari

Definiamo irregolare in stazione, la persona che non deve prendere un treno, che è sprovvista di regolare biglietto, che a richiesta non può giustificare la propria presenza nei locali della stazione ferroviaria. Gli irregolari possono essere senza tetto, tossicodipendenti, immigrati extracomunitari, microcriminali (P. Guidicini, G. Pieretti, a cura di, “Città globale e città degli esclusi”, F. Angeli, Milano, 1998, pag. 99-100).

A bene vedere, anche nella stazione di Rimini sono presenti persone irregolari, che magari discretamente gironzolano nei suoi spazi, cercando un posto tranquillo dove appartarsi o riposare. Non escludiamo che tra di essi, ci possano essere individui con pendenze verso la giustizia, per furto o truffa o accattonaggio.

 

Risaliamo sul treno e torniamo alla nostra stazione di partenza

Il viaggio è stato più lungo di qualche minuto, perché il treno fermava in tutte le stazioni. La composizione dei viaggiatori era pressoché la stessa del viaggio di andata. Questa volta, abbiamo visto il controllore verificare il biglietto dei passeggeri.

 

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Prendere il treno a Rimini

 

 

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Pubblicato da Il Sociale Pensa

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