Indipendenza, autonomia, autosufficienza, libertà
“Indipendente, voglio essere indipendente
E restare per sempre l’amante di tutto
Voglio essere indipendente
Non c’è cosa che sia più importante
Perché solo da indipendente si esiste.”
Niccolò Fabi, 2012
L’attualità
All’interno della quotidiana retorica, perno della società moderna, sono numerosi gli stimoli che spingono le persone all’individualità/individualismo, al successo personale, al non dipendere dagli altri.
In realtà, la vita sociale umana pone condizioni di complessità crescente, tali per cui riuscire a cavarsela in ogni situazione diventa vieppiù difficile. Se consideriamo il solo ambiente professionale, i professionisti più attenti si circondano di collaboratori per rispondere alle diverse sfide, che il mondo del lavoro pone loro davanti.
Senza relazione di dipendenza nell’ambito professionale, economico e finanziario, politico, sportivo, si prospettano scenari con orizzonti senza vincoli. A ben vedere, sono scenari di carattere evoluto, non accessibili alla maggioranza delle persone.
La base per essere indipendente
Se restringessimo il campo di osservazione, focalizzando l’attenzione su elementi più basilari, potremmo notare fattori importanti e comuni alla vita di chiunque.
Alla base dell’essere indipendente, ci sono aspetti dati per scontati, sottointesi: avere cura di sé e dei propri cari, poter utilizzare le mani, lavarsi, vestirsi, procurarsi il cibo e saperlo cucinare, muoversi in altri luoghi, fare progetti.
Essere indipendente è, senza ombra di dubbio, un fattore importante per condurre una vita normale e senza grandi ostacoli.
Indipendente ma non egoista
La persona indipendente è in grado di provvedere a sé stessa, ma anche alle persone che compongono la sua cerchia famigliare e sociale. In questa accezione, indipendente è sinonimo di libertà e di autonomia, nel senso più ampio e positivo. In qualsiasi periodo storico, l’indipendenza personale ha fatto la differenza a favore di chiunque.
Essere indipendente non significa essere egoista, ovverosia togliere risorse a chicchessia, ma significa invece godere di una libertà d’azione a beneficio proprio e di altri.
Pertanto, essere indipendente riconduce l’essere umano alla cultura del fare e del saper fare, a vantaggio di sé stesso per la propria autonomia e libertà, ma a vantaggio pure dei propri cari per l’aiuto che si può offrire.
Imparare ad essere indipendente
I genitori più attenti trasmettono ai figli informazioni e nozioni fondamentali, affinché siano indipendenti nella loro vita.
Oltre a leggere e scrivere e contare, è necessario imparare a vestirsi, a lavarsi, a usare il bagno, a usare le mani per montare/riparare oggetti e suppellettili. Diventa meritorio insegnare ai ragazzi a cucinare, a lavare e stirare i vestiti. Meno consueto è il caso di genitori che forniscono ai figli lezioni di auto difesa.
Comunque, ci si aspetta che i genitori insegnino ai figli a vivere in società, rispettando regole e convivenza civile.
Dove non riescono i genitori, sono disponibili corsi specifici, che possono preparare i ragazzi anche a un vero e proprio impiego.
Anni addietro, percorsi di esperienza negli scout garantivano una preparazione ad ampio raggio, nell’arte di sapersela cavare in varie situazioni.
Sono solo pochi e banali esempi di quanto possa essere necessario imparare a diventare indipendenti, poiché in caso contrario si diventa o si resta dipendenti dall’intervento di altri, che agiscano al nostro posto. Con tutte le conseguenze del caso.
Identità
Siamo tutti debitori al sostegno ricevuto (o non ricevuto) dalla nostra famiglia, dal gruppo dei pari, dall’istituzione scolastica, dall’associazionismo religioso.
Grazie all’apporto di tutte le persone con cui abbiamo interagito, soprattutto nelle prime fasi dell’esistenza, abbiamo creato il mosaico della nostra identità personale. Nei periodi successivi, ognuno può confermare di essersi affrancato dai condizionamenti esterni e di avere costruito una propria autonomia individuale.
Una propria indipendenza personale rimanda alla capacità di osservare e interpretare la realtà (sociale e antropologica) senza condizionamenti esterni da sé.
Perfezioniamo la nostra identità grazie all’indipendenza dal pensiero altrui, dall’ingerenza delle false informazioni.
Indipendenza economica
E’ immediatamente comprensibile che senza risorse non è possibile essere indipendenti. Il lavoro, libero e onesto, è la fonte dell’indipendenza economica delle persone.
Gli schiavi e i servi rappresentano coloro che hanno subito la negazione dell’indipendenza di ogni genere. Sebbene in Europa, la schiavitù sia stata abolita per legge nei secoli passati, rimangono irriducibili sacche di resistenza nel sottobosco sociale europeo (dominato dalla criminalità organizzata e da enclave etniche che la giudicano normale) e in molte parti del Mondo.
Anzianità
“In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Giovanni 21, 18
L’allungamento dell’aspettativa di vita (“speranza di vita”) ha portato le persone a vivere in media fino a 83/84 anni (si veda ISTAT).
Non c’è stato un corrispondente miglioramento delle condizioni di vita, sebbene la ricerca medica abbia fatto notevoli progressi. Sono pochi i casi di anziani che giungono oltre gli 80 anni di età in perfette condizioni psico-fisiche.
Demenza senile, malattia di Alzheimer, patologie ortopediche e di altro genere minacciano la vita degli anziani, i quali vedono ridotta la loro indipendenza. Altri fattori deleteri sono la solitudine e la povertà (assoluta e relativa).
Aumentano le richieste di assistenza da parte di famiglie che ospitano uno o più anziani (si veda AUSER).
Non autosufficienti
Abbiamo valutato i casi di persone mature, in particole uomini, che durante la loro esistenza hanno per così dire “delegato” alla moglie, alla compagna, alla fidanzata molti compiti relativi alla sfera personale: dalla gestione del vestiario alla preparazione dei pasti, alle pulizie.
Quelle persone, una volta giunte in età anziana e rimaste sole, si sono trovate in difficoltà, per il fatto di non sapere come gestire la spesa e i pasti, l’armadio, altre incombenze come le pulizie casalinghe di varia entità.
La loro situazione personale è cambiata drasticamente, passando dalla tranquillità a un disagio via via crescente. Si sono accorte di aver perso la propria autonomia, di non essere più indipendenti dall’aiuto esterno. In particolare, coloro in difficoltà economica non possono permettersi un aiuto a pagamento (colf, badanti).
Se eventuali gruppi di mutuo aiuto o i servizi sociali non si accorgessero della loro esistenza, la condizione delle persone non autosufficienti percorrerebbe una china a dir poco pericolosa.
Abbandono di incapace
L’art. 591 del codice penale regola l’abbandono di persone non in grado di provvedere a loro stesse (incapaci secondo la giurisprudenza), da parte di coloro che sono riconosciuti come soggetti responsabili di un dovere di protezione: genitori, parenti, domestici, datori di lavoro, maestri, insegnanti, ma anche vicini di casa e soggetti in grado di rilevare la situazione di “abbandono” del minore di anni quattordici.
Nella fattispecie, è definita incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, la persona che non è in grado di provvedere a sé stessa.
La legge tutela le persone indicate come fragili e quindi meritevoli di assistenza.
Assistere le persone non indipendenti
Essere indipendente è una risorsa, un vantaggio per chiunque, tuttavia questo aspetto è sottovalutato finché non ci si trova nell’indigenza, nella difficoltà motoria, attaccati da una patologia invalidante.
Non è poi così raro ascoltare le storie di famiglie che perdono la propria indipendenza a seguito della presenza di una persona malata, povera, incapace di provvedere a sé stessa.
L’assistenza delle persone non indipendenti è uno degli aspetti più pressanti nella moderna società civile.