Le informazioni in eccesso creano difficoltà per il loro utilizzo,
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La nuova era dell’informazione, aperta dalla sua automazione e informatizzazione, ha ampliato a dismisura il panorama di fronte alle persone con un computer acceso. Prima era possibile accrescere la propria conoscenza solo grazie ai giornali, ai libri e alle testimonianze filmate. Attualmente la facoltà di accesso alle informazioni, di qualsiasi tipo, ha cambiato radicalmente l’approccio personale e collettivo nei confronti del sapere. Essere informati sui più disparati argomenti è decisamente facile e a buon mercato.
Sulla base di queste premesse, siamo in grado di individuare la difficoltà più grande che segue alla grossa mole di informazioni a disposizione: il suo eccesso. Il panorama di ciò che è disponibile si è allargato, creando dei problemi per il suo utilizzo: la complessità. Un sistema informativo diventa o risulta complesso quando “non tutti i suoi elementi possono essere contemporaneamente in relazione tra loro” (C. Baraldi, G. Corsi, E. Esposito, 1996).
Orizzonte informativo complesso
Il sociologo dei sistemi sociali Niklas Luhmann ha così analizzato efficacemente il rapporto condizionato tra l’elemento (l’informazione) e la relazione (il rapporto di utilizzo che ognuno può intraprendere con essa). In sintesi, è chiaro che non si possono prendere e usare contemporaneamente tutte le informazioni presenti nel panorama informativo, la complessità non lo permette. Il tempo a disposizione è una variabile compresa nel ragionamento.
Già nel 1903, il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel aveva identificato nell’eccesso di stimoli nervosi metropolitani uno dei più importanti disturbi che affliggono l’uomo moderno. Gli stimoli nervosi aggrediscono l’uomo metropolitano mettendolo in difficoltà, rendendolo gradualmente un “Blasé” (G. Simmel, “Le metropoli e la vita dello spirito”).
La metropoli studiata da Simmel si è evoluta, si è trasformata in un villaggio globale con una vita parallela sul web, grazie a Internet.
Se le informazioni (le stimolazioni nervose di cui parlava Simmel) correvano veloci nelle metropoli del ventesimo secolo, si comprende quanto si siano ulteriormente velocizzate grazie all’informatica nel terzo millennio. Non esageriamo se identifichiamo l’intero processo come un vero e proprio bombardamento sulla testa dei “computer users”.
A parità di tempo impiegato (la giornata escluse le ore di sonno benefico necessario), è aumentata la complessità umana e sociale.
Selezione obbligatoria
La soluzione è selezionare le informazioni, lasciando sullo sfondo quelle che non servono. Le informazioni, i dati devono relazionarsi in modo selettivo così da ridurre gli effetti della complessità. La selezione all’interno del panorama informativo ne controlla l’eccesso e il sovraccarico. La relazione selettiva delle informazioni si traduce in comunicazione (C. Baraldi, G. Corsi, E. Esposito, 1996).
Gli individui che non trattano in modo corretto la grande disponibilità di dati e informazioni possono accusare un significativo stress da sovraccarico. Le conseguenze iniziali del sovraccarico informativo si identificano nella diminuzione dell’attenzione personale.
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Il calo dell’attenzione è un problema apparentemente banale, ma se lo guardiamo come un primo segnale di qualcosa di più importante come il nervosismo da stress, l’emicrania, proseguendo verso patologie da ipertensione e psicologiche, possiamo dedurre che non è da sottovalutare in assoluto.
Ogni giorno, siamo destinatari di informazioni tramite e-mail, newsletter, magazine online, per non parlare di comunicazioni pubblicitarie e promozioni assortite. In media a settimana riceviamo circa cinque mila di queste informative: si capisce bene che per immagazzinare l’intero pacchetto dati nel cervello non è sufficiente il tempo a disposizione in una semplice giornata.
Senza una tecnica di selezione non è possibile archiviare né utilizzare le informazioni ricevute.
Aumentano le persone che utilizzano Internet come la propria memoria, assoluta. E’ più facile non scaricare, non archiviare personalmente che impiegare tempo a farlo. E’ molto più semplice e veloce attivare lo “smartphone”, il “tablet” o simili, connettersi e verificare i dati sulla rete. In quel modo si disattiva la conoscenza personale, delegando a Internet la propria memoria.
La tecnologia cambia la memoria
Qualsiasi possa essere l’effetto dell’eccesso di informazione, è bene non banalizzarne il processo.
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