Moderazione e tolleranza in Occidente e Altrove
I princìpi
Moderazione e tolleranza sono i principi morali, etici e filosofici che regolano i rapporti di accoglienza e di cittadinanza. In Europa e USA moderazione e tolleranza sono alla base della vita civile e collettiva, prodotti culturali dei periodi intensi chiamati Illuminismo, Rinascimento, Rivoluzione Francese, industrializzazione, progresso scientifico. Nel Mondo Occidentale ogni minoranza etnica, linguistica, religiosa e politica trova il suo spazio e il suo riconoscimento; le leggi nazionali ne tutelano l’esistenza e l’evoluzione, nel rispetto delle regole.
Moderazione e tolleranza sono i cardini della società occidentale come la conosciamo oggi, la cultura intesa come conoscenza e stile di vita funge da garante alla pluralità.
I diversi Paesi che condividono questi principi sono socialmente vicini e dimostrano unità d’intenti verso un progresso comune. Per quei Paesi sono lontane le diatribe sfociate nelle due Guerre Mondiali, che hanno mietuto milioni di morti. Il progresso vuole la pace, altrimenti cede il passo all’involuzione, al peggioramento delle condizioni di vita di tutta la Nazione.
Intellettuali
Guardiani della moderazione e della tolleranza sono gli intellettuali, gli uomini di cultura, infine (in modo meno accettabile e più arrogante) i politici.
Sono le persone che sovraintendono, in modo morale i primi e legislativo gli ultimi, all’osservanza dei principi di accoglienza e tutela di ogni minoranza. Nulla può essere causa o pretesto per la deroga alla moderazione e alla tolleranza, non è possibile disattendere all’accoglienza, non si possono alienare i diritti umani. Qualsiasi cosa succeda.
Paesi e Nazioni non tolleranti
I Paesi vicini all’Occidente che non condividono questi principi sono numerosi. Al loro interno vigono norme e leggi che non tutelano i diritti umani, nel senso occidentale del termine. Questi fattori, uniti all’eventuale povertà economica relativa, possono essere facilmente all’origine di flussi migratori verso territori occidentali vicini o lontani.
Esistono molte testimonianze riguardo alle condizioni di vita nei paesi mediorientali, arabi e più allo specifico musulmani. La religione islamica è onnicomprensiva, è spiritualità, politica, legislazione, ma anche società e cultura, tutto ben amalgamato insieme. La religione islamica non è tollerante nei confronti delle altre confessioni, quindi delle persone che le professano.
Non tutti gli Stati islamici tutelano le minoranze. Chi non è musulmano è semplicemente un infedele, perciò un individuo da sottomettere, non da tollerare. Succede nella pratica sociale in uso nei diversi Stati islamici, che seguono le leggi contenute nel Corano (testo sacro) e le direttive emanate dal Profeta Maometto (A. Bausani, “L’Islam”, Garzanti, Milano, 1995, pag. 37-38).
Nella pratica sociale locale sono conservate anche regole tradizionali pubblicamente approvate, come ad esempio l’infibulazione (usi e costumi tradizionali) che in Occidente è reato.
Se nel mondo occidentale c’è tolleranza e generale accoglienza nei confronti degli stranieri, di qualsiasi religione, appartenenza politica, orientamento sessuale, nella pratica non è così in tutti i Paesi musulmani. In questo senso, non vige un rapporto di reciproca condivisione degli stessi valori, anche morali. Per usare un termine caro al giornalismo, possiamo dire che non c’è “reciprocità”.
Mondo islamico
L’Arabia Saudita è il più grande Paese dove vigono le regole islamiche nella vita sociale, nell’economia, nella morale eccetera. Entro i suo confini, i cristiani non sono liberi di manifestare la propria fede, non possono mostrare il crocifisso in pubblico: esistono sanzioni importanti. E’ vietato manifestare in pubblico una fede diversa dall’Islam. Non sono garantiti i normali diritti civili.
In questo confronto tra culture diverse, si rischia (o si è già arrivati al punto) di notare la tolleranza solo da una parte, oppure di farla diventare un mito, un concetto antico o del tutto astratto.
La prima chiesa in Arabia Saudita?
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