Non tollerare l’intollerabile: l’intollerante democratico decide in modo arbitrario e insindacabile
Dialogo con una persona qualsiasi
Il Sociale: essere tollerante significa accettare opinioni diverse dalle sue.
Anonimo: non sono accettabili idee estremiste.
Il Sociale: non tollerare gli intolleranti è già un’idea estrema.
Anonimo: certa gente non merita di essere ascoltata.
Il Sociale: quindi lei ritiene di essere nel giusto.
Anonimo: certamente.
Il Sociale: cosa suggerisce di fare con quelli che lei giudica intolleranti?
Anonimo: vanno banditi dalla società.
Il Sociale: banditi solo perché non la pensano come lei?
Anonimo: banditi perché sono estremisti e intolleranti.
Il Sociale: la legge persegue i criminali, non coloro che la pensano diversamente da altri, la libertà di pensiero e di parola sono tutelati dalla Costituzione.
Anonimo: i fascisti vanno eliminati.
Il Sociale: cosa c’entrano i fascisti?
Anonimo: sono loro gli intolleranti.
Il Sociale: chi sono i fascisti che lei denuncia?
Anonimo: tutti quelli che non vogliono gli immigrati.
Il Sociale: ognuno può pensare ciò che vuole, l’importante è che rispetti la legge.
Anonimo: non possiamo tollerare la proliferazione dei razzisti.
Il Sociale: allora il problema sono gli immigrati.
Anonimo: gli immigrati sono la soluzione, i razzisti sono il vero problema.
Il Sociale: gli immigrati secondo lei cosa dovrebbero risolvere?
Anonimo: i mali della società italiana, portano cultura.
Il Sociale: portano cultura?
Anonimo: si esatto.
Il Sociale: secondo lei, come dobbiamo definire il terrorismo islamico? Intollerabile?
Anonimo: il terrorismo islamico è un invenzione populista, i musulmani combattono con ogni mezzo contro il colonialismo capitalista occidentale.
Il Sociale: pertanto, lei tollera il terrorismo islamico?
Anonimo: l’Islam lotta contro il capitalismo occidentale e il sionismo colonialista.
Il Sociale: le chiediamo se ha mai letto dei saggi in proposito.
Anonimo: non mi serve, ho molti amici musulmani che mi hanno raccontato la verità.
Il Sociale: senta, quindi lei è a favore dell’accoglienza diffusa?
Anonimo: certamente, senza immigrati siamo rovinati.
Il Sociale: siamo rovinati riguardo al lavoro? Alla demografia?
Anonimo: si è così.
Il Sociale: ci faccia capire, lei sta dicendo che è bene essere tolleranti verso tutti gli immigrati, ma non verso le persone che nutrono dei dubbi in merito?
Anonimo: io non tollero i fascisti e i razzisti.
Il Sociale: quindi anche lei è un intollerante.
Anonimo: io non tollero i razzisti e i fascisti.
Il Sociale: mi scusi sa, quindi lei vuole che tutti la pensino come lei?
Anonimo: no, assolutamente, però mi fanno schifo i razzisti. Io sono democratico.
Il Sociale: si rende conto che siamo dentro un paradosso?
Anonimo: quale paradosso? Io dico solo che certa gente non deve avere diritto di parola, deve tacere.
Il Sociale: il suo paradosso è proprio questo, lei non tollera quelli che giudica intolleranti, senza considerare di essere lei stesso un intollerante.
Anonimo: state cercando di confondermi.
Il Sociale: lei intende usare metodi particolari per sopprimere gli intolleranti?
Anonimo: adesso basta, mi sono stancato di rispondere.
Un passo indietro
Il paradosso è una contraddizione in termini, un’affermazione apparentemente assurda che è in contrasto con l’opinione pubblica (Dizionario Garzanti della Lingua Italiana, Milano, 1981).
Se parliamo di paradossi, inneschiamo una vivace discussione presso cui “solo” gli esperti di logica e filosofia potrebbero trovarsi a loro agio.
I paradossi possono essere usati per innescare anche solide provocazioni, sono utili per stanare le persone dalle loro posizioni oltranziste.
“Dato che non penseremo mai nello stesso modo e vedremo la verità per frammenti e da diversi angoli di visuale, la regola della nostra condotta è la tolleranza reciproca.”
Mahatma Gandhi
L’intollerante militante
Non accettare, disapprovare le opinioni altrui è la caratteristica principale dell’intollerante.
Il soggetto intollerante potrebbe attaccare in ogni modo, chi esprime e difende opinioni diverse dalle sue.
Il “blackblok”, il “no-global”, il “terzo-mondista”, l’antagonista, il terrorista islamico, il neonazista, un qualsiasi politico militante, sono esempi di soggetti intolleranti.
L’individuo insofferente alle idee degli altri è presente e ben rappresentato in ogni gruppo sociale, sfidiamo chiunque a confutare questo luogo comune.
Colui che si dichiara/manifesta genuinamente tollerante verso tutti è costretto ad ammettere ogni forma di pensiero diverso dal suo. Senza rifugiarsi in scappatoie ideologiche, accampando scuse di difesa davanti agli estremismi.
Se davvero egli è tollerante, deve sempre comprendere chi gli sta di fronte.
Il paradosso dell’intollerante
“Non possiamo tollerare le opinioni intolleranti.”
Esattamente come nel nostro dialogo iniziale, è facile trovare almeno una persona che giustifica la propria intolleranza con l’intolleranza di qualcun altro. Forse uno psicologo clinico direbbe che siamo di fronte a un transfert: trasferimento ad altro da sé di proprie questioni.
Secondo noi è questa la vera provocazione: “io tollero tutti ma non loro che non tollerano quelli che mi piacciono”.
Questioni da filosofo
Nel 1945, il filosofo austriaco Karl Popper ha teorizzato il paradosso della tolleranza: “la tolleranza illimitata deve portare alla scomparsa della tolleranza” (K. Popper, “La società aperta e i suoi nemici – Vol. 1”, Armando editore, Roma, 1996, pag. 346).
Significa che essere tolleranti con tutti, porta benefici anche a coloro che sono intolleranti. Questi ultimi distruggeranno la tolleranza.
Il buon Popper ha lanciato un allarme parallelamente a una provocazione (il paradosso). Quindi Popper ha proseguito teorizzando la sconfitta delle filosofie intolleranti per mezzo del ragionamento. Le filosofie dette intolleranti devono essere contrastate con “argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica”. Popper ha proposto la soppressione delle filosofie intolleranti solo se esse si dimostrassero refrattarie all’incontro e all’argomentazione (Ibidem).
Popper ha parificato l’incitamento all’intolleranza e alla persecuzione ai crimini, come l’assassinio e la tratta degli schiavi (Ibidem, pag. 347).
(Contenuti correlati su Panorama, Il Sussidiario.)
Lars Gustafsson ha scritto “La tolleranza dell’intolleranza genera intolleranza. L’intolleranza dell’intolleranza genera tolleranza.”
Chi decide cosa è tollerabile?
Tutto quanto è legale potremmo dire che è tollerabile. Aggiungiamo che per noi (ma anche qui dovrebbe essere per tutti) è intollerabile l’illegalità.
Ma in nome delle proprie credenze ideologiche, ognuno si sente libero di accusare di intolleranza chiunque non sia del suo avviso.
La nostra impressione è che ognuno decida cosa è intollerabile e che poi pretenda di inculcarlo a tutti.
Perciò, chi decide chi e cosa è intollerabile? I filosofi?
Lo decide la società civile? L’opinione pubblica? I presentatori tv? Lo decide la politica? I centri sociali? O l’ISIS?
Ribadiamo che un buon metro di giudizio rimane la legge: ciò che non è legittimo è intollerabile.
E’ un problema ideologico
L’affermazione “sono intollerante al latte” non crea imbarazzo presso la pubblica opinione, al contrario l’affermazione “sono intollerante al comunismo” crea indubbiamente un dibattito acceso, che potrebbe sfociare in uno scontro.
Parimenti, affermare di essere intollerante all’intolleranza dei terroristi porta l’opinione pubblica a spaccarsi, si incrinano le posizioni.
Dichiararsi intollerante a qualcuno a qualcosa, che non sia il crimine, è chiaramente un problema ideologico: ci saranno sempre delle persone contrarie.
Contraddizioni
In rete e su qualsiasi tipo di giornale, si possono leggere notizie e dichiarazioni in merito alla tolleranza e alla intolleranza.
Il problema, che ne dicano gli uni o gli altri, è sempre la civile convivenza.
Gli esponenti dei centri sociali affermano che fermare i razzisti e i fascisti significa fermare l’intolleranza. Dello stesso avviso sono gli intellettuali radical chic e i politici simpatizzanti. Quelle persone (centri sociali, intellettuali radical chic e politici relativi) non condannano la violenza terroristica islamica. Mai.
Parimenti, non si schierano mai contro gli immigrati rei di delitti, leggeri o gravi.
Poche volte, e mal volentieri, gli stessi hanno condannato gli attacchi antisemiti, che – “incredibilmente” – sono sempre più perpetrati da soggetti islamici.
Da quella parte non si sentono quasi mai sollevazioni indignate di fronte ad offese lanciate alla cristianità; poche o nessuna parola a favore dei cristiani perseguitati nel mondo.
La tolleranza monotematica
L’intollerante democratico agita lo spettro degli estremismi, per creare apprensione nell’opinione pubblica, per distrarne l’attenzione.
All’intollerante democratico è concesso detestare (e anche insultare) chi lui giudica arbitrariamente come intollerante, nel nome della prassi politicamente corretta.
Denunciare l’intolleranza a senso unico è diventata una moda: se la segui sei dei nostri, altrimenti sei fuori.
L’intollerante moderno è dichiaratamente democratico.
Se vogliamo seguire il buon Karl Popper, non dobbiamo però declinare il suo paradosso solo a uso e consumo di qualcuno in particolare.
Elementi
Se sputi a un poliziotto non è reato
Gruppo antifascista boicotta concerto metal a Bologna
Il sito del gruppo antifascista che ha cercato di boicottare un concerto metal a Bologna
La profezia di Pasolini sugli antifascisti
Articoli correlati
L’intellettuale politicamente schierato