Felipe

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Il ritorno a casa di Felipe (detto Pepe)

 

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Felipe in pausa relax

 

 

Una fredda serata di gennaio

“E’ buio, è buio pesto”. Qualche timore ma decise di uscire lo stesso. Si accorse che il vento freddo di gennaio non gli dava alcuna preoccupazione. Il folto pelo fulvo lo riparava meravigliosamente. Un salto sulla terrazza di fronte, poi di corsa sul tetto vicino.

“Ancora pochi metri e sarò libero” pensava con insistenza.

In fondo al tetto vide una figura conosciuta, il pelo bianco era inconfondibile. Lo Slavato era il personaggio temibile del quartiere, con i suoi quindici chili di arroganza.

“Devo assolutamente evitarlo” dichiarò a sé stesso.

Con una manovra ardita, virò a sinistra, sulla scala antincendio, proseguì sulla terrazza della signora Augusta.

“Hei! Che fai, scappi?” gridò lo Slavato, indispettito da quella fuga.

Sentì degli strani rumori provenire da dietro, pensò di essere seguito, si nascose perciò dietro una catasta di tegole e mattoni. La sua posizione era ben coperta dal buio, diede un occhiata indietro. Vide Testagrossa con in bocca un giovane merlo.

“Che stupidi questi merlini, li fregano sempre!”.

L’orologio del campanile segnava le otto meno dieci minuti, era decisamente ora di muoversi, in fretta. Dopo essersi assicurato che non ci fossero pericoli in agguato, uscì di slancio dal suo riparo occasionale. Imboccò la strettoia verso il cornicione. Da lì spiccò un lungo salto.

Si ricordò di quel che gli disse il nonno Pippo “quando salti da un cornicione, non guardare mai di sotto!”.

Arrivato sull’altro tetto, si diresse velocemente all’abbaino. Era aperto! Come sempre quando si assentava.

Entrò dentro appena in tempo. “Buon compleanno Caterina!”

“Ma non possiamo iniziare senza Pepe!”

Meow!

“Eccolo!”

“Grazie degli auguri Pepe!”

 

Affettuoso ricordo di un amico

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Felipe, detto Pepe

 

Felipe, alias Pelipe, alias Fafin, alias Pepe

28 aprile 1998 – 26 febbraio 2016

 

Felipe era un amico, era parte della famiglia. Così intendo ricordarlo.

Era socievole, amava la compagnia, anche di altri gatti che facevano visita al suo giardino. Era curioso e simpatico. Era generoso, lasciava mangiare altri nella sua ciotola.

C’è sempre stato un micio rosso nella nostra famiglia.

La scorsa estate ha sofferto molto, aveva un grave problema di salute, ma era riuscito a salvarsi. Venerdì sera, si è accasciato di fianco alla finestra della cantina, quasi certamente per un infarto. Così l’ha trovato il babbo.

Aveva esaurito le sue proverbiali sette vite. Se n’è andato così, com’è arrivato in famiglia quasi diciotto anni fa: senza far rumore.

Con Felipe se ne va un intero periodo, intenso e bello.

Addio caro amico.

Il Sociale Pensa

Pubblicato da Il Sociale Pensa

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